Il filo magico di Cavallini nel libro-calza di Skira

Un volume artistico e una mostra alla Triennale d Milano

Facile, in questo caso, parlare del «filo sottile» che unisce l'arte all'estetica, la creatività al gusto del nuovo. Benvenuti nel mondo di Emilio Cavallini e, soprattutto tra le pagine del suo bellissimo libro-calza (Skira editore): trasposizione cartace della mostra che fino al 28 febbraio è visitabile (gratuitamente) alla Triennale di Milano. Opere, quelle di Cavallini, che diventato orditi animistici a base di segni che diventano quadri astratti privi di contorni spaziotemporali, ma - proprio per questo - con spazi e tempi tutti precisamente incasellati nell'unica dimensione possibile quela del sogno. Gli enigmi dell'universo possono essere enunciati artisticamente da un autore appassionato quanto determinato. Si tratta dell'anomalo percorso intrapreso con assoluta naturalezza da Emilio Cavallini, imprenditore di calzetteria che da oltre trent'anni ha sovrastato il mercato con l'invenzione dell'abito per le gambe. Il volume Skira dedicato a Cavallini illustra il sinuoso viaggio timonato dal respiro d'amore per l'arte da cui Cavallini trae l'ispirazione per i motivi decorativi impressi nelle trame studiate fino a trasformare la calza femminile (non la gamba) in un elemento o accessorio dominante quanto determinante dell'apparizione fisica. Oltre alle creazioni stagionali, l'imprenditore-artista si è recentemente dedicato allo studio della matematica, alla sintassi dell'architettura per comporre in un crescendo disciplinato e anarchico oggetti piatti e concavi, grandi e contenuti, espansi nel reame dei colori vivi utilizzando l'amata calza, a sua volta prodotta dalle sue modernissime macchine tessili. Un libro d'artista - in un'originale confezione - che racconta la storia di una passione senza vanità, di un sapere osservare la materia, ricercare, catturare lo spirito del tempo al di sopra delle tempeste per sublimare il banale osando varcare le soglie dell'arte.

Il volume è correlato da testi di eminenti critici d'arte quali Laura Cherubini, Silvia Pegoraro e Sergio Risaliti mentre Benedetta Barzini traccia un profilo del brillante imprenditore e autore protagonista di oggetti in libertà.

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