Finalmente Gianfranco potrà fare il Cavaliere

RomaUn lustro buono di meditazioni e dubbi amletici, fior di pensatoi e pensatori sovvenzionati dagli sponsor del luminoso futuro finiano, un anno, l’ultimo, vissuto pericolosamente, a fare gli ultimi mohicani, per poi fare cosa? Una copia del berlusconismo, ma in piccolo e senza Berlusconi. Tante menti e contorcimenti per partorire un clone e pure tardivo, tra l’altro. Al più, li si distinguerà dalla cravatta, non azzurro-Silvio, ma rosa-Fini (o Tulliani?).
Dopo aver schifato il Pdl, prima come «comica finale», poi come partito già «morto», ora il caro leader ha avuto l’intuizione giusta per il futuro: Fli sarà come il Pdl. Ma che novità. Il progetto, detto tra noi, si sintetizza meglio così: siccome non gli è riuscito di scalare il Pdl perché Berlusconi si ostina a non farsi schiodare da lì, se n’è fatto uno per conto suo, dove finalmente non sarà più delfino ma pesce spada numero uno. Per svolgere con più dottrina il pensiero futurista è intervenuto il politologo (o futurologo?) Alessandro Campi, che ha spiegato a dovere la fioritura del partito carta-carbone, così innovativo che ricalca al meglio quello da cui vorrebbe differenziarsi.
Sarà, dunque, un partito con forte carattere «personalistico» e «leaderistico», come ha insegnato Silvio Berlusconi, che sbaglia tutto ma in questo aveva ragione, a pensarci bene. Poi sarà «un partito leggero, che dialoga con la società», sì in fondo un po’ come fu Forza Italia che per Berlusconi, che non ne azzecca una ma lì ci aveva visto giusto, era proprio quella roba lì, un partito leggero. Però, attenzione, Fli sarà un po’ meno leggero di Fi, in effetti appesantito da una lettera in più nell’acronimo. Sì insomma sarà diverso dal Pdl ma anche simile, viene da lì ma anche se ne allontana, perché quell’altro è morto, morto ma buono da prendere ad esempio.
Ma poi questo Fli dovrà essere, tra tante cose, anche un partito che recupera la fetta di gente delusa dalla politica, quella che ha «un rapporto di sfiducia nei confronti della politica», guarda caso, ma è un caso, proprio la stessa intuizione che Berlusconi ha avuto nel ’94, e che ha sviluppato respingendo come la lebbra ogni paragone con un partito tipo Prima repubblica. Anche quella volta il Cav ci aveva beccato, ma per il resto non ci siamo. La nuova destra, quella seria e che non racconta barzellette volgari, deve portare avanti una battaglia veramente innovativa, qualcosa che non si era mai sentito ma di cui c’è grande bisogno: essere anti-burocratica. Anche qui, è vero, Berlusconi li ha preceduti ma solo di poco, e il suo Brunetta non è che un cripto-futurista. E comunque sia, tornando a noi, dovrà essere, questo partito europeo senza ossessione per pm e senza feste serali, un partito «post-ideologico», ecco la parola magica sfornata da anni di lavorìo intellettuale nei centri studi finiani. Però, sia detto senza malizia, anche qui c’è un vago effetto déjà vu. Non sarà che... Sì, in realtà questa cosa l’avevamo già sentita, anzi vista all’opera. Anzi, peggio, gliel’hanno quasi rinfacciato a Berlusconi, accusandolo di aver fatto un partito che, a forza di non avere ideologia, si avvicinava pericolosamente alla plastica. Lo hanno sfottuto, pure, a partire dallo stesso Fini, per quell’armamentario post-ideologico così kitsch, con le magliette «Silvio mi manchi» o «Meno male che Silvio c’è», per finire poi come? A preparare il kit del perfetto finiano, a intonare un «Meno male che Gianfranco ci sarà» o a stampare magliette col logo di Fli? Passato e libertà, più che futuro. Ma qui insomma è meglio sgombrare i dubbi ed essere chiari sul da farsi, perché l’ora è solenne. Come dovrà essere il partito anti-Cav di Fini? «Berlusconiano», scopre spaventandosi da solo Alessandro Campi. Che ha la fortuna di confrontarsi anche in una seconda prova di grande arditezza (ma tra futuristi è diffusa), quella di prevedere che il Fli non sarà - diversamente dal Pdl e dalla Lega - un «partito familista». E dire questo, dopo due mesi di scandali familiari tutti interni a casa Fini, dimostra senza dubbio una certa dose di coraggio dannunziano.
Tanto per non farsi mancare nulla, quelli di Fli con in testa Bocchino, hanno pure copiato i natali al Pdl.

Nascerà, il loro partito, a Milano, «con la grande assemblea costituente» in veste meneghina. Da voci incontrollate e incontrollabili pare pure che sia partita la caccia per noleggiare uno strano oggetto: un predellino usa e getta.

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