Magari ci vuole tempo, ma la verità è come l'olio buono e prima o poi viene a galla. E così viene da chiedere se non sia ormai il caso di prendere coscienza che, al di là di qualche squilibrato, l'antisemitismo oggi è a sinistra. Non quello folcloristico da curva di calcio, ma quello molto più preoccupante, ragionato e ideologico che attecchisce da quelle parti, portando ogni 25 aprile al rogo delle bandiere di Israele. E che prende piede tra i giovanissimi che oltre a gridare «Quant'è bello quando brucia Tel Aviv», argomentano difendendo le ragioni dei palestinesi scambiandole, con un difetto di prospettiva geopolitica, con gli orrori di Hamas. Comportamenti non isolati quelli di alcuni liceali del Manzoni e della Setti Carraro, finiti sulle prime pagine solo per la bruciante attualità dei fatti, ma che rivelano quanto antisemitismo si coltivi ormai a sinistra: non più solo nei centri sociali, ma anche nei collettivi e nelle organizzazioni studentesche. Ma anche tra i follwers del candidato del centrosinistra a Monza Marco Cappato che, per aver postato un tweet in difesa di Israele, è stato sommerso dagli insulti dei suoi elettori, perdendo più di un voto a sinistra.
E allora sarebbe interessante sapere cosa ne pensino i partigiani postumi dell'Anpi e la segretaria del Pd Elly Schlein che stanno portando in parlamento una legge per combattere il Fascismo. Invece di un fantasma su cui lucrare qualche consenso in assenza di una minima idea di mondo, non farebbero meglio a combattere l'antisemitismo di casa loro?
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