Finanziaria, solo la Cgil dice sì Tfr e cuneo spaccano i sindacati

Epifani si smarca dalle critiche dei colleghi di Cisl e Uil. Bonanni: «Il trasferimento delle liquidazioni all’Inps deve essere ritirato». Angeletti: «Pronti a rivalerci sui contratti»

Antonio Signorini

da Roma

Tre documenti autonomi e almeno due linee diverse sull’atteggiamento da tenere nei confronti dell’esecutivo. Come ai tempi del governo Berlusconi, la legge finanziaria ha diviso i tre principali sindacati. Solo che questa volta le parti si sono invertite, con la Cgil prudente e dialogante e Cisl e Uil sulle barricate per ottenere modifiche radicali sulle misure cardine della manovra: il cuneo fiscale e il Trattamento di fine rapporto.
La differenze, rimaste sotto traccia subito dopo l’approvazione della Finanziaria 2007 al Consiglio dei ministri, sono apparse evidenti ieri all’audizione parlamentare dei tre segretari generali. Guglielmo Epifani ha confermato che «il parere della Cgil resta positivo». Il Parlamento potrà fare delle modifiche, ma «io non mi unisco al coro di chi critica la manovra perché voleva fare una serie di operazioni discutibili dal punto di vista sociale». La Cgil di Epifani, era Prodi-bis, non ha nemmeno nostalgia della piazza alla quale aveva fatto ampiamente ricorso ai tempi del centrodestra: «Ne avrei se non avessimo ottenuto risultati».
Il giudizio complessivo della Cgil fa pendere la lancetta della bilancia a favore del governo e comporta un’opposizione sociale soft, ma Cisl e Uil non sono d’accordo. Il segretario generale del sindacato cattolico, Raffaele Bonanni, in un’intervista al Giornale è tornato a minacciare uno sciopero generale se ci dovesse essere qualche ripensamento sugli stanziamenti per i contratti del pubblico impiego. E nel corso dell’audizione delle commissione Bilancio di Camera e Senato ha ribadito anche la linea dura sul Tfr. La norma che destina la metà delle quote inoptate all’Inps «deve essere ritirata». Tutt’altra cosa rispetto alle richieste di Epifani che ha prospettato modifiche di dettaglio, non molto diverse da quelle che il governo sta già preparando. Critiche anche al taglio del cuneo fiscale. «Il governo - ha osservato Bonanni - in sede di concertazione si era impegnato a destinare il 40 per cento della riduzione del cuneo ai lavoratori dipendenti».
Ma a battere sul tasto del cuneo è soprattutto la Uil. «Era stato previsto come una riduzione di tre punti per le imprese e di due punti per tutti i lavoratori dipendenti. Non per coloro che avevano moglie e figlio a carico e basta», ha protestato il segretario generale Luigi Angeletti, che ha anche spiegato cosa farà il suo sindacato se il cuneo non verrà dedicato esclusivamente ai lavoratori: «Ci rifaremo con i contratti». Per discutere di questi problemia aperti, la Uil ha anche chiesto una segreteria unitaria con Cgil e Cisl. Obiettivo, tornare al tavolo con il governo con richieste precise su Tfr e cuneo. Fino ad ora, alla proposta di Angeletti ha aderito solo la Cisl.
Per capire se prevarrà una delle due linee o se i tre sindacati continueranno in ordine sparso bisognerà quindi attendere i prossimi incontri con il governo (forse già oggi con Padoa-Schioppa).
Ma tra le organizzazioni dei lavoratori c’è chi ha già scelto la linea dura.

L’Ugl, confederazione vicina alla destra, non è convinta che la Finanziaria vada a vantaggio dei più deboli: «È una manovra a fisarmonica che ogni giorno si stringe e si allarga secondo le diverse esigenze», protesta il segretario Renata Polverini. Ancora più dura la Confsal che boccia senz’appello la manovra, contro la quale ha indetto una manifestazione nazionale il 20 ottobre a Roma. Titolo: questa manovra «ruba ai poveri per dare ai ricchi».

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