di Matteo Agnoletto
A meno di 72 ore dal voto di fiducia al Governo, i riflettori e le telecamere di tutta Italia erano rivolte al presidente della Camera Gianfranco Fini, ospite dell'associazione «Janua» dell’attivissimo Luca Marchesi e del professor Gianni Testino, ieri pomeriggio, nella Sala del Maggior Consiglio di Palazzo Ducale, affollata anche da molti extracomunicati. Se i più si sarebbero aspettati un'orazione degna di nota, condita dagli ormai abituali affondi al Governo Berlusconi, la delusione è stata tanta visto che i passaggi più significativi della visita genovese di Fini non c'entrano niente con la proverbiale dialettica del leader di Fli. A dir poco increscioso l'episodio che ha visto coinvolta la nostra collega e amica Franca Brignola, concordatasi in precedenza per incontrare il presidente della Camera e bloccata dall'entourage dello stesso Fini con un sibillino «Non ci importa degli accordi, noi non la conosciamo e quindi non può passare». Una presa di posizione assurda, che ha fatto perdere il senno alla «nostra» Franca, arrivata ad abbracciare e baciare il governatore Claudio Burlando (testimone dell'antipatico siparietto) urlando a gran voce: «È lui il mio presidente! Anche se politicamente la pensiamo in maniera diversa, il mio unico presidente è Claudio Burlando!». Il presidente della Regione, oltre che per l'affetto della Brignola, si è contraddistinto per un tete a tete avuto con Fini, nel quale ha rimarcato le proprie richieste di delucidazioni e fondi per l'alluvione e per la questione Fincantieri: «Il dialogo con il presidente della Camera mi è sembrato proficuo, mi sono state fatte delle promesse importanti per la Liguria, ora bisogna vedere se saprà mantenerle». Insieme al presidente della Regione, altri testimoni istituzionali del comizio di Fini sono stati l'assessore regionale alla Sanità Claudio Montaldo, il senatore del Gruppo Misto Enrico Musso e il consigliere regionale della Lista civica Biasotti Lorenzo Pellerano. La sensazione, quanto mai curiosa, è stata che si trattasse di un pubblico abbastanza bipartisan, anche se, volendosi sbilanciare, probabilmente l'ago della bilancia pendeva più a sinistra che a destra. Cosa ha detto in fin dei conti Fini? Niente di nuovo a dire il vero, limitandosi a rimarcare i principi di legalità e libertà espressi dalla prima parte della Costituzione. «I giovani oggi sono lontani dalla politica e vivono maggiormente realtà come l'associazionismo - ha spiegato il presidente della Camera - La politica deve rendersi conto di questo cambiamento ed investire sulle associazioni senza tagliarne i fondi come nel caso dei cinque per mille inclusi nella manovra finanziaria».
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