Finito nei guai per l’auto di lusso della moglie. Si sentiva intoccabile ma non aveva fatto i conti col peso della «Bild»

Finito nei guai per l’auto di lusso della moglie. Si sentiva intoccabile ma non aveva fatto i conti col peso della «Bild»

BerlinoIl più giovane presidente della storia della Bundesrepublik, eletto al posto di un predecessore dimissionario. La scelta fatta due anni fa da Angela Merkel con Christian Wulff non poteva essere meno felice. L’uomo che ieri ha a sua volta annunciato le dimissioni esce di scena vittima delle sue troppe goffaggini: ex governatore della Bassa Sassonia, membro dello stesso partito (la Cdu) della Cancelliera, ha resistito a lungo alle accuse di aver ricevuto prestiti poco limpidi, di aver accettato per sé e per la moglie (la seconda: la prima era un avvocato come lui, ma la lasciò per un’assistente del suo ufficio, Bettina Koerner) favori piccoli e meno piccoli quando «regnava» a Hannover, da soggiorni in albeghi di lusso a condizioni favorevoli per i leasing di un’auto di lusso. E ora l’onda lunga degli scandali, gonfiata impietosamente dai giornali, l’ha travolto.
Sì, perché il principale errore di Christian Wulff è stato quello di aver ignorato un saggio consiglio che il navigato Helmut Kohl dava ai suoi collaboratori: «Mai mettersi contro il Bild Zeitung, senza il suo appoggio in Germania non si governa». Wulff non solo si è dimenticato delle parole del grande Cancelliere entrando in aperta polemica con il più diffuso, aggressivo e potente quotidiano del Paese, ma ha fatto di peggio. Si è messo a litigare anche con il settimanale Der Spiegel, l’altra corazzata della stampa tedesca. A questo punto il destino del più giovane (e del più breve in carica) Capo di Stato della Germania apparve a tutti come segnato. Le sue dimissioni erano diventate una punto d’onore per le due grandi testate coalizzatesi contro di lui.
In fondo i presunti reati per i quali la magistratura ha aperto un’indagine, che potrebbe anche concludersi con una archiviazione, sono peccatucci se paragonati non solo ai grandi scandali finanziari delle capitali mediterranee ma anche se raffrontati a quelli, ben più gravi, che hanno colpito numerosi personaggi della vita pubblica tedesca (basti pensare allo scandalo dei fondi neri ai partiti in cui era coinvolto lo stesso Helmut Kohl). L’unica accusa veramente inconfutabile è che Wulff quando era governatore della Bassa Sassonia, il land di Hannover, non disdegnava favori da parte di imprenditori e personaggi chiacchierati.
Pernottamenti nella suite di un albergo a cinque stelle di Monaco pagati da un produttore cinematografico, vacanze in California ospite di un uomo d’affari dalla fama tutt’altro che specchiata, utilizzo a scopi privati dei punti Lufthansa accumulati con i voli effettuati nella sua veste di Governatore e quindi pagati con denaro pubblico, prestiti a interesse zero da amici compiacenti, weekend insieme alla moglie Bettina nell'isola di Sylt, la Capri tedesca, a spese di un imprenditore (lui però sostiene di aver restituito i soldi in contanti: spiegazione poco convincente poiché i contanti non lasciano tracce).
Ma l'errore che gli è stato fatale, come si è detto, è stato un altro: quello di aver cercato lo scontro con la stampa. Quando il Bild Zeitung uscì con le prime rivelazioni, telefonò al direttore accusandolo di «fare un giornale pronto a tutto pur di vendere». Il direttore si vendicò rendendo pubblica la telefonata e sguinzagliando i suoi reporter per indagare sul passato del «nostro Presidente». Contemporaneamente scese in campo anche Der Spiegel che rivelò che Wulff, quando era Governatore, accettò un prestito senza interessi da un amico imprenditore. E qui Wulff commisse un errore ancora peggiore. Affermò di non aver mai ricevuto soldi dal personaggio indicato dal settimanale.

Der Spiegel accusò il colpo e stava per scusarsi, ma i suoi reporter scoprirono che effettivamente Wulff non aveva ricevuto prestiti dall'imprenditore indicato ma li aveva ricevuti da sua moglie. Insomma oltre che incauto anche furbetto.

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