Florence e Nutini, polvere di stelle dell’universo pop

Stasera all’Arena i due cantautori protagonisti di un doppio concerto

Florence e Nutini, polvere di stelle  dell’universo pop

Milano - Mica male avere 22 anni ed essere già di successo. Perchè successo è la parolina magica che accomuna Paolo Nutini e Florence Welch, le due giovani stelle del firmamento pop britannico ospiti di serata (dalle ore 20.20) del Milano Jazzin' Festival all'Arena Civica.
Della coppia (altro che bamboccioni…), il più noto, quantomeno a livello internazionale, è l'italo-scozzese Paolo Nutini, con aspirazioni e ascolti davvero insoliti per un ragazzo che a soli 19 anni, grazie all'esordio best seller Theese streets, ha venduto più di due milioni di dischi. «Se avessi a disposizione una macchina del tempo vorrei poter ritornare agli albori del soul e del blues. All'epoca in cui i discografici vendevano casa per produrre dischi e gente come Willie Dixon, Muddy Waters e Fats Domino faceva musica fresca e senza compromessi né cinismo»: in questa battuta è condensata la filosofia artistica del cantautore di Paisley, hinterland di Glasgow. Con il secondo lavoro, l'eterogeneo e, se vogliamo, più convincente Sunny side up, ci ha messo dentro tutti i suoi ascolti: il soul, il blues, il twist, il ragtime, le ballate strappalacrime e persino - del resto perchè no? - il reggae. Un disco dall'evidente vena romantica: «È un po' il mio marchio di fabbrica ed è nel mio Dna - ammette il bel Paolo -. D'altronde papà è originario della provincia di Lucca (Barga, ndr), guarda caso la terra di Giacomo Puccini. Da piccolo in casa si ascoltava tanta opera e anche qualche cantautore italiano tipo Lucio Dalla. Sono sicuro che senza il background italiano non sarei quello che sono adesso».
La statuaria anglo-americana Florence Welch, londinese di buona famiglia, chioma rosso fuoco, carnagione alabastro e una passione per micro-minigonne mozzafiato, è una tipa a dire poco tosta. È lei, anima e voce della band Florence And The Machine, il nuovo fenomeno dell'intrattenimento leggero inglese. Oltremanica la critica è ai suoi piedi. Grazie al brillante esordio Lungs, la nostra (una performer nata, disinibita, ironica e con una voce di tutto rispetto) ha fatto incetta di premi in patria, ha bazzicato a lungo nella top ten Uk, per poi scalare le classifiche di mezza Europa (tra l'altro un suo brano, Heavy In You Arms, è finito nella colonna sonora del terzo atto di Twilight).

Niente male per un'artista indipendente alle prime armi con passione sfegatata per un pop eccentrico, artistoide e irrequieto, eppure orecchiabilissimo, infarcito com'è di un guazzabuglio di influenze: Kate Bush e il soul tendente all'epico; il punk-rock e il gotico; le fiabe e la disco music. Un personaggio decisamente fuori del comune, che prende la musica di petto e ama esibirsi anima e corpo.

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