Fondazioni in rivolta, ricorsi alla Consulta

Siena e Firenze chiederanno alla Corte Costituzionale l’abolizione del tetto al 30 per cento ai diritti di voto

da Milano

Le fondazioni non vogliono allentare la propria presa sul sistema bancario italiano. Oggetto del contendere è la nuova norma sul Risparmio e in particolare il cosiddetto emendamento Eufemi che, laddove fosse approvato in via definitiva sterilizzerebbe le quote superiori al 30% ora nelle mani degli Enti. Le voci più forti si sono alzate ieri dalle due maggiori banche radicate in Toscana: Monte dei Paschi di Siena e la Cassa di Risparmio di Firenze.
«Un atto grave contro Siena e, a questo punto, l’unica strada sarà il ricorso alla Corte costituzionale», è intervenuto il sindaco della città toscana, Maurizio Cenni commentando l’evolversi del dibattito parlamentare. «Una norma assurda, grave e inaccettabile che - ha proseguito Cenni - comprime in modo inammissibile l’autonomia delle fondazioni bancarie e colpisce la libertà di mercato delle banche».
Una linea di ricorso alla Consulta condivisa a Siena anche dal presidente della Fondazione Mps, Giuseppe Mussari cui fa capo il 49% del Monte e che ha rinuncianto all’integrazione con Bnl scegliendo la linea dell’isolamento per l’istituto di credito, malgrado i tentativi di apertura più volte abbozzati dal presidente Pierluigi Fabrizi.
I toni sono stati duri tuttavia anche da parte di Carifirenze. A prendere la parola in questo caso è stato il vicepresidente dell’Ente fiorentino Michele Gremigni cui fa capo il 42 per cento di Carifirenze.


Il gruppo «è pronto a ricorrere alla Corte Costituzionale» ha detto Gremigni evidenziando come se l’emendamento Eufemi sarà approvato «non resterebbe che questa strada. Del resto c'è già un intendimento dichiarato dall’Acri, e forse il ricorso potrebbe essere attivato dall’associazione di categoria a tutela dei propri associati».

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