Formigoni: "Crisi? Noi diamo credito alle imprese"

Il governatore: «Così eviteremo gli effetti peggiori dei prossimi mesi e resteremo la locomotiva del Paese» Siglato un accordo tra la Lombardia e gli istituti bancari per garantire gli stessi finanziamenti del 2008

Formigoni: "Crisi? Noi diamo credito alle imprese"

La crisi avanza veloce. È obbligo evitare gli effetti peggiori dei prossimi mesi. Per riuscirci Regione Lombardia non si tira indietro davanti agli impegni già presi. Anzi. «Vogliamo essere la locomotiva che traina il Paese» chiosa Roberto Formigoni. Virgolettato che il presidente della Regione declina con concretezza ovvero «più fiducia e più liquidità alle piccole e medie imprese».
Azione congiunta, governatore, grazie anche alla risposta positiva delle banche all’appello da lei lanciato. Tutte disponibili, nessuna esclusa?
«Nessun istituto di credito si tira indietro. La Lombardia può continuare a contare sul pieno supporto delle banche a cui ho chiesto di non stringere troppo i cordoni della borsa. L’accesso al credito per le piccole e medie imprese del territorio, si sa, non è sempre così facile e troppo spesso rappresenta uno dei principali ostacoli allo sviluppo. Ho però ottenuto il mantenimento del credito dell’anno precedente ossia la garanzia degli investimenti del 2008».
Che in soldoni significa favorire la Lombardia che è spina dorsale dell’economia italiana...
«Solo facendo girare l’economia lombarda si ottiene di far girare anche quella italiana. Ci aspettiamo conseguenze pesanti dalla crisi e i problemi sono soprattutto due, la mancanza di fiducia e la liquidità. Nonostante le massicce immissioni di liquidità nel sistema da parte delle banche centrali, le aziende hanno gravi difficoltà di accesso al credito. Da cui il duplice livello su cui l’iniziativa da me promossa si sta sviluppando: rimodulare e incrementare i fondi di garanzia, rimodulare i finanziamenti e i fondi per lo sviluppo, in alleanza con il sistema bancario e in raccordo con l’Unione europea».
Vuol dire niente tagli pure su infrastrutture e opere?
«Ho chiesto e ottenuto dai responsabili degli istituti di credito un impegno affinché non manchino i fondi alle infrastrutture che la Regione intende realizzare, dalla Pedemontana alla BreBeMi e ai nuovi ospedali. In tutto qualcosa come dieci miliardi di euro di investimenti».
Restiamo al sostegno per la piccola e media impresa. Qual è l’impegno diretto di Regione Lombardia?
«Per sostenere il credito alla rete dell’impresa lombarda abbiamo stanziato tre miliardi di euro per un fondo di garanzia. Vuol dire che il credito concesso alle piccole aziende dalle banche è poi garantito dalla Regione. Ma, attenzione, ci sono pure altri strumenti di accompagnamento per le imprese».
Quali?
«Abbiamo rafforzato il sistema dei Confidi, il fondo made in Lombardia e, tra i tanti, quello di rotazione per l’imprenditorialità. Tutti strumenti che rafforzano e consentono di recuperare fiducia. Ma abbiamo anche pensato alle famiglie che sono il vero elemento strategico della nostra società».
In dettaglio, governatore Formigoni, quali sono gli interventi a favore delle famiglie?
«Risorse aggiuntive a disposizione per aiutare le famiglie a pagare le rate dei mutui. Rafforzamento del fondo sostegno affitti, con aiuto garantito allo stesso numero di famiglie coinvolte negli anni scorsi. Ancora un fondo di venti milioni per aiutare i nuclei numerosi o quelli che devono sostenere gravosi impegni di cura. E senza inasprire la pressione fiscale. Impegni unanimemente apprezzati dagli istituti di credito come positivi e adeguati».
Insomma, presidente, le prospettive della crisi non sono affatto rosee ma grazie alla Regione possiamo affrontare meglio l’emergenza?
«I primi mesi del 2009 saranno i più difficili. Ci aspettano tempi duri. Ma quest’azione comune tra Regione e banche è più che utile.

Proprio per questo si è deciso di rendere sistematici questi incontri che potranno essere convocati tempestivamente anche con solo due giorni di preavviso. E a breve ci saranno anche forme di intervento coordinato in materia sociale».

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