Forza Italia attacca: «È una vendetta per Unipol»

Anna Maria Greco

da Roma

C’è un’intimidazione politica dietro all’azzeramento dei vertici della Guardia di Finanza di Milano, che si sono occupati di delicate inchieste, compresa quella su Unipol? Ne è convinto il vicecoordinatore di Fi, Fabrizio Cicchitto, che accusa Vincenzo Visco di «battere in faziosità e in spirito vendicativo il professor Prodi» e di aver fatto una smentita che è «una presa in giro».
Per il dirigente azzurro, il messaggio o meglio il segnale di intimidazione, è chiaro: «In futuro la Guardia di Finanza deve occuparsi solo di Berlusconi e tenersi lontana dalle cooperative rosse, dagli affari dei Ds e dai loro eventuali tentativi di scalare qualche banca. È solo umoristico che di fronte al dilagare della pubblicazione sui giornali di intercettazioni di tutti i tipi, l'unico caso del quale ci si occupa è quello che ha riguardato l'onorevole Fassino».
Dal centrodestra le proteste sono numerose. Il presidente dei senatori della Lega, Roberto Castelli, chiede che il ministro dell'Economia, Tommaso Padoa-Schioppa, spieghi questo «atto cinico», violento e inusitato, contro un corpo dello Stato. Un «colpo di mano» che getta «un'ombra di discredito sull'intera Guardia di Finanza».
Maurizio Gasparri di An chiede al premier, con una interrogazione a risposta orale, di chiarire il ruolo che avrebbe avuto Visco: se sia intervenuto per decidere i trasferimenti, per quale reale motivo e con quale competenza. Ai vertici delle Fiamme Gialle Gasparri chiede se intendano bloccare una rimozione «voluta espressamente dalla sinistra, per ripristinare la propria autonomia, il prestigio e la credibilità». E ricorda che questi ufficiali sarebbero «invisi all'attuale governo per le indagini sui rapporti tra Fassino e i vertici dell'Unipol, guidata da Consorte», una vicenda sulla quale è «calato il silenzio», a differenza di tante altre.
Un’altra interrogazione a Prodi e Padoa Schioppa la firma il senatore di An Learco Saporito, spiegando che gli improvvisi provvedimenti di rimozione sono avvenuti con procedimento d'urgenza e che i 40 giorni di solito concessi ai militari per rispondere sono stati ridotti a 10.
Dell'indipendenza delle Fiamme Gialle dall'autorità politica si preoccupa anche il senatore di An Luigi Ramponi, che è stato proprio a capo della Guardia di Finanza, oltre che direttore del Sismi. Spiega che istituzionalmente i trasferimenti vengono decisi autonomamente dal corpo, per motivi di rotazione, ma «indipendente da motivazioni di carattere politico».
Ancora una volta, protesta l’expresidente della Repubblica Francesco Cossiga, invece che far pagare un magistrato per le fughe di notizie si colpisce un giornalista o un ufficiale della Guardia di finanza. «Non pensa l'amico Visco - chiede il senatore a vita -che questa sia una vergogna?».
Per Alessandra Mussolini di Alternativa sociale, si tratta di «un chiaro attacco al corpo della Guardia di Finanza».

Dal centrosinistra, si leva la voce di Antonio Di Pietro: «Se la decapitazione dei vertici delle Fiamme Gialle a Milano fosse stata sollecitata da autorità politiche, si tratterebbe di un fatto inquietante, di inaudita gravità e, per quanto mi risulti, senza precedenti». Il ministro chiede «immediata chiarezza».

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