Le foto di Stern e Olaf allo Spazio Forma

Divi del cinema e dello spettacolo immortalati da Phil Stern, maestro del reportage americano (classe 1919): le sue immagini in bianco e nero si possono ammirare, fino al 12 settembre insieme ai lavori di Ervin Olaf, genio della moderna fotografia del ritratto

Le foto di Stern e Olaf allo Spazio Forma

Divi del cinema e dello spettacolo, specie americano, sono stati immortalati da Phil Stern, decano della fotografia e maestro del reportage americano (classe 1919) e oggi le sue immagini in bianco e nero si possono ammirare, fino al 12 settembre, allo Spazio Forma di piazza Tito Lucrezio Caro 1, insieme ai lavori di Ervin Olaf, genio della moderna fotografia del ritratto. Ad accompagnare la mostra di Stern, Contrasto ha voluto anche pubblicare un libro, “Sulla scena”, a cura di Alessandra Mauro: si tratta del primo volume in italiano sulla sua opera. In mostra e nel libro sono presenti i celebri ritratti delle star di Hollywood con tutta la sua magia: basta pensare alle serie dedicata a James Dean, Marilyn Monroe e Frank Sinatra, insieme con le immagini dei grandi artisti di jazz, da Ella Fitgerald a Miles Davis. Nei suoi scatti non solo si rivive il senso della scena hollywoodiana, con la magia delle luci e delle ombre dei suoi protagonisti, ma si celebra al tempo stesso lo strepitoso risultato di una tecnica fotografica in bianco e nero propria di un maestro del “genere”. Stern, che ha collezionato nella sua carriera innumerevoli premi, è stato attivo su molti set cinematografici ed è per questo che le sue fotografie rappresentano ancora oggi una visione unica e straordinariamente incisiva dei film più importanti della seconda metà del Novecento. E’ per questo motivo che Stern viene considerato più di un fotografo, in quanto la sua lunga carriera di fotoreporter lo ha portato a scovare e al tempo stesso anticipare “sequenze” di attori poi prematuramente scomparsi. Sempre nel posto giusto e al momento giusto, questo fotografo-giornalista ha saputo creare composizioni formali di rapida osservazione che hanno caratterizzato un nuovo stile a cavallo fra realismo e poesia bizzarra, fragile e dolce al tempo stesso. Per la prima volta in Italia, in una personale, si può rivivere il senso di quegli anni e dei suoi protagonisti: lavorando dietro le quinte di un’industria con i suoi modelli, i suoi soggetti e le sue luci puntate sulla scena del mondo, Stern è sempre riuscito ora a smitizzare e a dissacrare, ora a innalzare, i soggetti stessi. Per ritornare ai grandi del jazz, è doveroso sottolineare le incredibili sequenze dedicate nella mostra a Louis Armstrong, che ancora una volta dimostrano quanto la sua arte del raccontare e del ritrarre abbia influenzato un’intera generazione di fotografi. Stern nasce da una famiglia di ebrei russi emigrata negli States, cresce a New York, nel Bronx. Dopo aver lavorato come ragazzo di bottega in un laboratorio fotografico, nel 1939 inizia a fare il freelance per Friday, Life, Collier’s, Look, per poi tuffarsi nei set cinematografici seguendo per primo Orson Welles di Citizen Kane. Nel 1941 parte per il fronte e dopo un breve periodo trascorso a Londra dove ritrae gli ufficiali dell’esercito, (un’attività che lo annoiava a morte) si arruola nei Derby’s Rangers e parte per il Nord Africa. Viene ferito in Tunisia, si rimette in piedi e diventa corrispondente di guerra per la rivista delle Forze armate Usa Stars and Stripes. Con lo sbarco degli Alleati in Sicilia torna in patria, viene decorato, vive un breve momento di gloria. Nel frattempo, l’industria del cinema appare più fiorente che mai e il suo amore per la vita si trasferisce definitivamente sui set, specie dietro le quinte, per raccontare con il suo marchio di fabbrica la vera storia di un mondo incantato. Nel 1945 sposa Rosie da cui avrà quattro figli. Sempre allo Spazio Forma, fino al 12 settembre (chiuso il lunedì), possiamo inoltre ammirare, sempre a cura di Alessandra Mauro ,“Vite private” di Erwin Olaf, una mostra accompagnata come quella di Stern da un volume (Contrasto editore), anche questo il primo omaggio italiano a un grande fotografo. Vero talento della fotografia moderna, Olaf mischia il ritratto al reportage giornalistico con foto realizzate anche in studio: la scena preferita di questo reporter è la dimensione privata, ovvero gli interni delle case, gli sguardi, le atmosfere, i silenzi, scene quasi ispirate ai film degli anni ’50, in cui fa muovere i protagonisti delle sue creazioni. Immagini perfette in grado di essere considerate quasi un’elaborazione della storia, un modo di progettare avvincente. Nato in Olanda nel 1959, Olaf ha vinto numerosi premi e quando si è dato alla pubblicità ha fatto grandi campagne per Diesel e Heineken. Una sua foto è stata scelta come manifesto per la Biennale di Valencia e il suo film Le dernier cri è stato premiato al Festival di Rotterdam.

Le mostre della Fondazione Forma per la fotografia creata da Contrasto si sono avvalse della collaborazione di Canon Italia, Coop, Corriere della Sera, Atm, Camera di Commercio Americana, CPI, Mondrian Foundation, Consolato Olandese e Missione Diplomatica Usa.

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