Frattini, i rapporti migliori si stringono con il sorbetto

Tavola imbandita, taccuini chiusi, registratori spenti. Franco Frattini, in maniche di camicia, è il padrone di casa. Parla, risponde, spiega. E i commensali, corrispondenti di alcune principali testate straniere (dal New York Times all’Herald Tribune, dalla Cnn a Liberation, da The Guardian a Der Spiegel), gli stanno attorno e ascoltano, chiedono, replicano. Ma non scrivono, è tutto «off the record». Farnesina, appartamento di rappresentanza del ministro degli Esteri, domenica scorsa. Si discute tra uno sformatino con ricotta e un risotto agli agrumi con polpa di granchio reale. Si racconta l’Italia, assaggiando un filetto di rombo e bevendo vino bianco. Obiettivo dell’incontro? Avviare una nuova e più mirata strategia di comunicazione, per rilanciare anche così l’immagine del nostro Paese all’estero. Per evitare che il flusso mediatico sul nostro conto, fuori confine, sia viziato da pregiudizi o cattiva informazione.

Un pallino antico per Frattini (venerdì ha inviato una lettera ad hoc a tutti gli ambasciatori italiani), che procede su impulso diretto di Silvio Berlusconi. Si replica a settembre, con altri giornalisti. E chissà se il sorbetto sarà sempre al cedro.\

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