Maria Rosaria Omaggio, la fuoriclasse che sapeva recitare restando se stessa

Il debutto a "Canzonissima" poi la carriera al cinema e a teatro. Memorabile l'interpretazione di Oriana Fallaci

Maria Rosaria Omaggio, la fuoriclasse che sapeva recitare restando se stessa
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Arte e vita in perfetta sintonia nella carriera di Maria Rosaria Omaggio che, ieri, è venuta a mancare a 67 anni. Esattamente 50 anni fa aveva debuttato giovanissima a Canzonissima duettando con Pippo Baudo: «A 17 anni, ai provini in Rai mentii sull'età: dissi di averne 20» ha detto a Stefano Lorenzetto nella sua ultima intervista sul Corriere l'8 giugno scorso. Dalla passione per le arti marziali ma anche per il valore terapeutico di gioielli e minerali, a cui aveva dedicato due libri, insieme a quella di grandi figure italiane come Oriana Fallaci che ha rappresentato anche a teatro, la carriera di Maria Rosaria Omaggio difficilmente si può racchiudere in queste righe. Tale era la curiosità, vivace, di un'artista che amava ammirare anche l'arte dei colleghi.

Il suo spaziare l'ha portata ad avere addirittura tre copertine su Playboy sul finire degli anni '70 e a cavallo degli '80 quando ha voluto condividere la sua aristocratica bellezza anche su altre riviste maschili come Playmen.

50 piéce teatrali, 29 film, 18 fiction tv, Maria Rosaria Omaggio ha attraversato con garbo, determinazione e una voce inconfondibile, il mondo dello spettacolo lasciando, come ha sottolineato il Ministro della cultura Gennaro Sangiuliano, «un segno importante nel mondo del cinema, del teatro e della televisione».

Ma non solo, perché è stata anche lo ricorda bene Francesca Barbi Marinetti, nipote di Filippo Tommaso a cui Maria Rosaria Omaggio era legata per lo spettacolo futurista Zang Tumb Tumb «una meravigliosa Cristina di Svezia nel 2015 accanto ad Alessandro Benvenuti nell'ambito del Carnevale romano a Palazzo Corsini in un recital veramente molto e bello e interessante in cui l'avevo coinvolta».

Il debutto nel cinema avviene nel 1976 con Squadra antiscippo di Bruno Corbucci e Roma a mano armata di Umberto Lenzi accanto a Tomas Milian. Nello stesso anno inizia a lavorare in Spagna in La lozana andalusa di Vicente Escrivá con il quale girerà altre due pellicole recitando pure in valenziano come El virgo de Visanteta e Visanteta, estáte quieta.

In Italia prosegue con film popolari come Culo e camicia di Pasquale Festa Campanile con Renato Pozzetto e Era una notte buia e tempestosa di e con Alessandro Benvenuti. Poco sfruttata al cinema negli anni '90 si dedica soprattutto alla tv non disdegnando vere e proprie telenovelas come i 69 episodi di Micaela (ma anche serie come Edera, Passioni, Donne di mafia, Don Matteo 5) per poi riapparire nel 2007 in Guido che sfidò le Brigate Rosse di Giuseppe Ferrara, Guardando le stelle di Stefano Calvagna e in due opere non allineate, come lei, di Domiziano Cristopharo (The Museum of Wonders e Bloody Sin). Fino alla consacrazione attoriale in Walesa - L'uomo della speranza di Andrzej Wajda, mordace interprete di Oriana Fallaci nella leggendaria intervista al leader di Solidarnosc nel 1981. Il film, presentato fuori concorso nel 2013 alla Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica della Biennale di Venezia, le regalò il Premio Pasinetti speciale: «Oriana Fallaci ha detto l'attrice gli aveva parlato di me, riteneva che le assomigliassi. E Wajda me la fece interpretare. I polacchi sanno distinguere il talento dal gossip».

Da questo incontro nasce lo spettacolo in cui Maria Rosaria Omaggio celebra la figura della grande scrittrice e giornalista, Le parole di Oriana - Omaggio a Fallaci in concerto, attraverso le sue stesse parole tratte dai libri e dagli articoli: «Oriana racconta Fallaci, Penelope svela Cassandra, due facce di una

stessa medaglia, per evitare il rischio di avvalorare l'idea diffusa, quanto sbagliata, di una Fallaci prima e un'altra ben diversa dopo l'11 settembre 2001» ha avuto modo di scrivere, con coraggio, Maria Rosaria Omaggio.

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