«Il futuro di Snai: sì alle videolotterie, no al gratta&vinci»

La conferenza franco-italiana, svoltasi a Roma, è servita anche a comprendere i progetti di Snai attraverso le dichiarazioni di Maurizio Ughi. Il presidente ha espresso con chiarezza il disinteresse della società toscana verso il Gratta e Vinci, mentre s’è mostrato ampiamente possibilità sull’ingresso nel campo delle Videolotterie: «Non parteciperemo alla gara sul Gratta e Vinci dopo la riapertura dei termini. Basti pensare che non abbiamo neppure sondato le intenzioni di Poste Italiane ad affiancarci in un’eventuale cordata dopo il rifiuto che ricevemmo all’epoca del bando originario. A nostro parere l’impegno economico è troppo elevato e soprattutto non offre garanzie su ritorni in tempi brevi. Ma non staremo a guardare. E allora, piuttosto che investire una somma importante, attorno ai 400 milioni, per ottenere una licenza del Gratta e Vinci, preferiamo avvicinarci al settore delle Vlt. Gli analisti ci dicono che i ritorni in questo ambito dovrebbero essere più urgenti».
La chiusura sulla gara del Gratta e Vinci, secondo Ughi, è dettata anche dal fatto che i correttivi apportati dal Consiglio di Stato, per quanto condivisibili, non permettono a una compagnia di entrare a pieno titolo nel settore delle lotterie istantanee: «La clausola della riserva sui concorsi c’entra fino a un certo punto. Il problema è un altro. La rete dell’attuale operatore è così radicata sul territorio da impedire ai new comers di guadagnare quote di mercato che giustifichino la spesa e rispondano ai requisiti richiesti al termine del primo quinquennio».
Il presidente di Snai s’è inoltre espresso negativamente sulle norme previste dal decreto incentivi: «Capisco che si vogliano salvaguardare gli interessi di alcune categorie. Ma questa forma per così dire di tutela rischia di trasformarsi in una ingerenza eccessiva. A conti fatti, potrebbe costare alla nostra società quei 3-4 milioni all’anno che ricaviamo dai servizi di assistenza e manutenzione forniti alla rete. Mi auguro che la bozza sia rivista per evitare pericolosi effetti domino sulla filiera».
Nel corso del convegno Ughi ha comunicato che Snai intende richiedere una licenza per operare in Francia: «Possiamo ottenere buoni risultati, quanto a esperienza e tecnologia ci riteniamo quanto meno alla pari con i migliori competitors. Il mercato ci attira perché appare molto simile a quello italiano al tempo delle scommesse ippiche prima e di quelle sportive poi. Probabilmente faremo da soli, ma non escludiamo a priori di fare sinergia con qualche società locale. L’ostacolo più evidente è dovuto alla tassazione sulle scommesse ippiche che appare alta per piacere ai giocatori. Ma non importa.

All’inizio entreremo nel mercato in punta di piedi, salvo spingere sull’acceleratore quando ci ritroveremo con una imposta fiscale ridotta. Sarà un passo inevitabile, è già successo in Italia. L’importante è essere riconosciuti dal grande pubblico come concessionari dello Stato al fine di garantire il consumatore».

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