Il gabbiano ti ruba il panino? Fissalo e lui se ne andrà via

Studio inglese rivela: in sette casi su dieci guardarlo negli occhi lo intimidisce. Ma non più di 21 secondi

Il gabbiano ti ruba il panino? Fissalo e lui se ne andrà via

Ero sul vaporetto di rientro da Texel, l'isola olandese degli uccelli, avevo una fame boia e il coffe shop disponeva dell'ultimo sandwich che afferrai appena prima che ci arrivasse la mano di una ragazza inglese. Poco nobile, lo so, ma la fame Poi, andai sul ponte a guardare l'isolotto che si allontanava e portai alla bocca il panino. Una frazione di secondo e, nella mano me ne restava una briciola. Il resto era nel becco di un maledetto gabbiano maggiore che aveva vendicato la ragazza britannica.

Attaccano così, i gabbiani, da soli o in gruppo e hanno ali e becchi solidi. Siete in spiaggia durante un'incantevole giornata estiva e la situazione diventa quella de Gli Uccelli, il capolavoro di Hitchcock. Urla, beccate, ali che vi sbattono vicino al volto e in testa e, prima ancora, che riusciate a capire cosa succede il vostro hot dog è sparito.

State tranquilli, voi che siete sotto l'ombrellone. Si tratta di episodi più frequenti sulle spiagge del nord Europa che non su quelle mediterranee, ma è già capitato a Venezia come a Grado dove oggetto dell'attenzione dei pennuti sono stati soprattutto i bambini. Naturalmente c'erano i genitori e, alla fine, tutto si è risolto con spicchi di pizza rubati e qualche escremento scaricato, come una bomba, sulle teste di genitori e ragazzini. Nessun ferito, ma non poco disagio per gradesi e turisti, costretti e ripiegare nelle retrovie con le mani sulla testa.

Fino a poco tempo fa non che ci fossero molte soluzioni al problema, se non tenere gelosamente nascoste le vivande ed evitare le aree frequentate dagli stormi degli alati argentei, ma ora abbiamo un'arma di difesa che implica un certo coraggio, ma pare realmente efficace contro le incursioni dei «predoni». Un'arma di una semplicità assoluta. Un test approfondito portato a termine dai ricercatori in Cornovaglia ha dimostrato che gli audaci volatili si allontanano se li guardi intensamente negli occhi. Madeleine Goumas, ricercatrice post-laurea presso la Exeter University, si è avventurata in alcuni famosi luoghi di mare, armata di un sacchetto di carta sigillato contenente patatine fritte e un cronometro. Arrivata sulla spiaggia frequentata dai gabbiani, ha messo il sacchetto di patatine a un braccio di distanza e ha cronometrato quanto tempo impiegassero i gabbiani a piombarvi sopra. Nella prima fase del test, la ricercatrice non osservava i pennuti, mentre nella seconda metà li guardava apertamente negli occhi. Secondo il suo studio, pubblicato su Biology Letters, il contatto visivo rendeva nervosi gli uccelli. «Abbiamo scoperto - ha detto la Goumas - che gli uccelli hanno meno probabilità di avvicinarsi al cibo quando vengono osservati. A volte saltano e poi si buttano a terra come fossero morti, altre volte girano attorno al cibo in percorsi elaborati come se fossero costretti a scegliere il momento opportuno per colpire».

L'arma di difesa sarebbe dunque quella di sfidare il pennuto a viso aperto se non fosse che dei 74 gabbiani studiati dalla Gourmas, quelli che temevano il contatto visivo erano il 75%, mentre il restante 25% se ne fregava dell'atto di sfida e si fiondava ugualmente sulle patatine. Altra crepa nell'arma di difesa è che i gabbiani timorosi dello sguardo, rimanevano timorosi per una ventina di secondi, poi, sguardo o non sguardo, si pappavano le patatine (spesso con il sacchetto di carta annesso).

I gabbiani in cerca di cibo hanno creato disagi alle città di mare, specie negli ultimi decenni e mano a mano che gli uccelli si spostano verso i centri urbani, c'è bisogno di migliori difese.

C'è chi ha messo reti di protezione e chi ha dotato i turisti di pistole ad acqua. Ora abbiamo un'arma in più: mangiare con la schiena al muro e guardare negli occhi il ladro alato. Ma per 21 secondi, se no addio panino.

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