Gaza, almeno 14 morti in scontri tra palestinesi

Ucciso anche un bambino di due anni Hamas congela il dialogo con Fatah

da Gaza

Ancora sangue e morti ieri nella Strisca di Gaza fra Hamas, il partito al governo, e Fatah, il movimento del presidente Abu Mazen, in un’impennata di violenza che ha bruscamente interrotto alcune settimane di relativa calma. Gli incidenti in dicembre avevano fatto oltre 40 vittime.
I morti ieri sono stati almeno 14: 5 a Gaza City - tre miliziani di Hamas, uno del Fatah, e un civile di 17 anni - uccisi vicino a una moschea. Stando alle ricostruzioni, un cecchino appostato sul tetto della casa di un attivista di al Fatah ha sparato e colpito mortalmente tre uomini di Hamas. Nella rappresaglia hanno perso la vita due miliziani di al Fatah. Ma a suscitare orrore e accuse reciproche di responsabilità è l’uccisione di un bimbo di due anni, a Khan Younis. Sembra che il piccolo abbia perso la vita in seguito all’attacco a un’auto sulla quale viaggiava un attivista di Hamas. I sanguinosi scontri coincidono con il primo anniversario della vittoria del movimento integralista alle elezioni del gennaio 2006. Gli incidenti erano iniziati giovedì sera a Jabaliya, nel nord della Striscia. Un ordigno era stato fatto esplodere al passaggio di una jeep di Hamas: nove i feriti, due dei quali sono morti nella notte in ospedale.


Il portavoce di Hamas, Ismail Radwan, ha detto che il partito integralista «ha deciso di congelare il dialogo nazionale con Fatah per condannare i sanguinosi scontri e i crimini commessi ai danni dei suoi militanti».

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