«Bevono e si lamentano troppo». O tempora, o mores, avrebbe tuonato Cicerone. Fatto sta che secondo le lamentele del generale Wolfgang Schneiderhan, dell'orgoglio militare prussiano prima e tedesco poi sarebbe rimasto molto poco. Al punto che le missioni teutoniche all'estero, Kosovo, Congo, ma soprattutto Afghanistan, sono arrivate al Parlamento. Dove si è scoperto che il conto è salato, e lungo. E, soprattutto, sembra quello di un pub.
Già, perché in un anno, per essere precisi il 2007, le forze tedesche di stanza a Kabul, hanno consumato la bellezza di 90mila bottiglie di vino e quasi un milione di litri di birra. I conti sono presto fatti: i soldati mandati da Berlino in Afghanistan sono 3.500, e questo vuol dire che hanno bevuto circa 26 bottiglie di vino a testa e quasi 500 birre medie. Ovviamente, accompagnate dai tradizionali e tipici wurstel, non sia mai. Ma questo, anche se raffrontato al bando totale che americani e inglesi hanno fatto per le bevande alcoliche, sarebbe ancora nulla. Ciò che ha fatto letteralmente uscire dai gangheri il generale Schneiderhan, ispettore generale della Bundeswehr, il generale con più stelle dellesercito, sono state le lamentele. «I nostri sacchi a pelo sono scomodi», hanno detto dal Congo. «I turni di guardia troppo lunghi», hanno fatto eco dal Kosovo. «Non vediamo mai i nostri figli», hanno riposto dall'Afghanistan.
«E cosa si aspettavano - ha tuonato il generale inviperito -. Sono soldati professionisti, è il loro lavoro. Non è che alla terza missione possono lamentarsi». E così, per questi moderni Sturmtruppen e per i loro ufficiali è scattata la reprimenda dell'anziano generale, seccato anche perché la faccenda è arrivata al Parlamento: «La verità è che nessuno si sente più responsabile di quello che fa. È deplorevole, ma sono interessati solo ai soldi».
Del resto le parole dell'ombudsman Reinhold Robbe, che si è fatto carico delle istanze dei soldati, sembrano aver suscitato le proteste anche degli alleati Isaaf, che hanno subito sottolineato che il contingente tedesco, nel «relativamente tranquillo» nord afghano, sembra pensare più al proprio benessere che alla missione di pace, come ha puntualizzato The Times. Che, maligno, ha fatto notare come - udite, udite - «molti militari tedeschi in missione, grazie alla loro dieta ricca di carboidrati e povera di frutta e verdura, siano più sovrappeso dei civili rimasti in Germania», al punto che Robbe ha dovuto ammettere che molti «conducono una vita passiva». Ovvero, che mangiano, bevono e si lamentano.
Tutto andrebbe ancora bene se le truppe tedesche non avessero in passato commesso qualche piccola gaffe militare. Come quando incastrarono un comandante talebano soprannominato «il bombarolo di Baghlan». Salvo poi farlo scappare, non essendo autorizzati a sparargli se non attaccati per primi.
«Forse - ha concluso Herr General Schneiderhan, a parziale giustificazione dei suoi sottoposti - la colpa è della società e dell'abitudine sempre più comune a delegare». Ma difficilmente, se c'è da prendere una birra, i soldati tedeschi delegheranno qualcuno.
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