Massimo Restelli
da Milano
«Obiettivi di efficienza superati» per le Assicurazioni Generali che a fine settembre hanno visto salire i profitti al massimo storico: più 31% a 1,57 miliardi. A misurare i passi del gruppo triestino rispetto al cammino tracciato nel piano industriale è lo stesso amministratore delegato Giovanni Perissinotto che, mentre fervono i preparativi per il nuovo documento triennale (atteso entro la primavera), sottolinea le prospettive delle compagnia: «Abbiamo creato una macchina che potrà garantire ancora grandi performance nei prossimi anni», quando lefficienza sarà cruciale.
Il top manager commenta a caldo i prospetti contabili approvati ieri dal consiglio di amministrazione che, malgrado il quadro delleconomia europea rimanga opaco e prosegua la pressione sui premi, si mostra fiducioso sulla possibilità di chiudere lanno con un risultato migliore a quello del 2004 (1,67 miliardi): 1,7 miliardi lobiettivo contenuto nel piano.
A spingere gli utili (più 35,5% nel solo terzo trimestre) non sono state le operazioni straordinarie ma l«attività assicurativa», sottolinea il gruppo del Leone che ha battuto le stime del mercato (gli analisti puntavano su un risultato di 1,48 miliardi) malgrado il titolo sia rimasto sostanzialmente invariato in Piazza Affari in attesa della trimestrale (26,06 euro la chiusura). Classifiche a parte, scorrendo il bilancio delle Generali (il risultato spezzettato per le tre aree di business vede il segmento vita a 1 miliardo, il danni a 748,7 milioni e il segmento finanziario a 127 milioni, da cui detrarre 352 milioni) limpressione è di un diffuso miglioramento dei parametri anche grazie al contenimento dei costi, allottimizzazione delle tariffe e allefficienza della gestione finanziaria.
I premi sono cresciuti del 13,2% a 46 miliardi: la raccolta nel vita è migliorata del 17,6% e nei danni del 3,3%; più 27% la nuova produzione. La ripartizione geografica continua a vedere in testa lItalia (più 9,5%), seguita da Germania e Francia.
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