Il Genoa sconvolge la serie C e il presidente ricorre al Tar

Macalli: «89 squadre ancora senza calendario». Lo «tsunami» di Urbani

Il Genoa sconvolge la serie C e il presidente ricorre al Tar

Giovanni Porcella

Mario Macalli, potente ed inossidabile presidente della Lega di serie C, gia’ un mese e mezzo fa, ancora prima di ogni processo aveva già detto la sua sul Genoa: «Altro che serie C, dovrebbe sparire». Così, di fronte alle iniziative legali rossoblù che hanno imbracato la Figc, non se ne è stato fermo e l’ultimo colpo di scena è il suo: infatti, la sua Lega ha presentato un ricorso d’urgenza al Tar del Lazio contro il rinvio imposto al consiglio federale dal giudice Vigotti della compilazione dei calendari. Macalli ha spiegato così la sua mossa: «Intendiamo rispettare tutti e le decisioni di tutti ma certamente intendiamo rispettare anche i nostri programmi. Al momento non so quale sarà il destino del Genoa, in attesa di chiarimenti devo tutelare altre 89 società che meritano rispetto che al momento non sembrano esserci. Abbiamo la possibilità di fare i calendari fino al 21 per iniziare regolarmente il 28». Ma, comunque la si veda, il ricorso aiuta la Figc e fa male al Genoa: un’eventuale sentenza del Tar a favore della Lega C rappresenterebbe un elemento processuale oltrechè uno strumento di pressione contro i rossoblù.
Sfogliando la margherita, serie A o serie C, tutti si fanno la stessa domanda: cosa succederà al Genoa martedì prossimo quando i legali rossoblù e quelli della Federcalcio si daranno battaglia davanti al giudice Alvaro Vigotti? Non restano che una marea d’ipotesi in un’altrettanta melma di dichiarazioni in cui spunta una sola certezza: il calcio italiano è alla deriva. Vigotti spinge per una mediazione, la legge glielo consente e d’altronde si dice che in una situazione come questa sono meglio due feriti che un morto e quindi ecco avanzare la prospettiva, quantomeno una proposta, della serie B; ma è difficile che la controversia che ormai ha raggiunto toni esasperati con il clima a livello di ordine pubblico davvero irrespirabile, termini così. È lo stesso avvocato Lorenzo Crippa che coordina il pool della difesa rossoblù a non attendersi un accordo tra le parti: «Credo proprio che l’offerta di una transazione non verrà accolta dalla Federazione perché significherebbe sconfessare quanto ha detto e fatto fino ad ora». Per Crippa, Franco Carraro andrà avanti per la sua strada, così come farà il Genoa che oggi come oggi si sente forte piu’ di tre giorni fa quando la Caf lo spedì in serie C. Il problema, soprattutto per Carraro, adesso sono i tempi per far partire il circo Barnum del pallone che, essendoci i mondiali, il 28 agosto deve avere il fischio d’avvio: e qui Crippa fa notare che le decisioni del giudice Vigotti non si potranno scavalcare ad occhi chiusi come sostiene la Figc che deferirà il Genoa per la clausola compromissoria: «Se la stagione inizierà il 28, dovrà partire con il riflesso condizionato di quanto deciderà il giudice. Quindi, se Vigotti stabilira’ che è stata violata la legge, il riflesso condizionato sarà senza dubbio la serie A. Se la federcalcio deciderà di violare la legge e quindi di non applicare il disposto di una sentenza, vedremo cosa fare». Carraro usa il pugno di ferro, ma l’ex ministro ai beni culturali con delega allo sport Giuliano Urbani che con Pescante firmo’ il cosiddetto «decreto stoppa-Tar» nato per arginare Luciano Gaucci e le sue guerre legali pro Catania fa capire che l’azione del Genoa «è uno tsunami che si sta per abbattere sulla sua diga». E Urbani sul caso rossoblù non soccorre la Caf: «Di tanto in tanto la giustizia sportiva dà l’impressione di voler prescindere da quella ordinaria. Se la storia dei bigliettini puo’ essere ridotta ad un’imperdonabile goliardata, un eventuale fumus persecutionis costituirebbe, viceversa, un fattore molto grave». Fino ad arrivare ad una battuta di simpatia per il Grifone: «Vorrei vedere il Genoa in serie A. Più derby ci sono meglio sarà per tutto il movimento». Dichiarazioni che inducono il popolo rossoblù a sperare. È un po’ quello che sta facendo l’avvocato Andrea D’Angelo che passerà il Ferragosto ad affinare le stoccate da portare in sede di dibattimento e quello che ripete l’onorevole Alfredo Biondi che ironicamente si augura che Carraro e i suoi avvocati martedì prossimo di fronte al Tribunale di Genova si presentino con argomentazioni più robuste di quanto fatto fino ad ora.
E i tifosi? Aspettano e con senso diplomatico ieri il tam tam via internet suggeriva a tutti di non recarsi per nessun motivo davanti al Tribunale, proprio per evitare che questa presenza possa strumentalizzare alcun tipo di commento verso l’interpertazione di una forzatura nei confronti del giudice Vigotti.

Naturalmente la «grana Genoa» è diventata una patata bollente a livello nazionale e immancabili sono le dichiarazioni di altri presidenti di calcio. È il caso di quello del Palermo Zamparini che è anche vice presidente di Lega: «Se dopo tutto quello che abbiamo visto e sentito questa estate, decidessero di fare una serie A con il Genoa mi dimetterei».

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