Com'era bella quell'aiuola di Pegli che oggi pare un campo di patate

Com'era bella quell'aiuola di Pegli  che oggi pare un campo di patate

I confronti col passato, si sa, sono sempre frustranti, sia che li facciamo personalmente davanti allo specchio, sia che li ricaviamo direttamente dalle fotografie, anche per quanto riguarda ciò che ci circonda. Come lo stato della città e dei suoi angoli più suggestivi, che da qualche tempo, in particolare a Genova, «città turistica e smart city e così bella e straniante» vanno incontro a un degrado inarrestabile.
Guardare per credere le due immagini che pubblichiamo: a sinistra, una bellissima aiuola di Pegli, in piazza Bonavino, curata alle perfezione, linda e smagliante, ricca di fiori, ognuno dei quali concorre a formare un arredo di grande impatto scenografico. La seconda immagine, invece, pure, ma nel senso della stessa aiuola di Pegli, in piazza Bonavino, spellacchiata anzichenò, dove regna la desolazione più totale.
La prima foto è dell'anno di grazia 1999, la seconda foto dell'anno di disgrazia 2012, oggi. Entrambe sono state fornite da un affezionato lettore locale, cui si stringe il cuore, ogni santo giorno dell'anno, a vedere lo scempio ingiustificato e ingiustificabile del sito: «Basterebbero poche centinaia di euro - spiega l'amico lettore pegliese - per intervenire e rimettere almeno un po' in ordine l'aiuola. Ma né il Municipio, né il Comune hanno mai trovato le risorse per l'intervento. Possibile che l'incuria continui a regnare sovrana, in questa delegazione cittadina per altri versi tanto apprezzabile?». Il Giornale si fa dunque tramite ulteriore per rinnovare l'appello.
Sempre per quanto riguarda Pegli, e sempre in tema di vegetazione e arredo urbano, il capogruppo della Lega Nord Edoardo Rixi ha ricevuto risposta ad una sua interrogazione in cui lamentava il posizionamento di dissuasori metallici a protezione di arbusti novelli in viale Modugno: «I dissuasori creano problemi al traffico - spiegava Rixi - e per di più impediscono il parcheggio alle auto. Mettiamone di altro tipo».
Replica documentata e persuasiva quella del vicesindaco Stefano Bernini, che è abituato ad andare al cuore dei problemi fin dall'epoca in cui ricopriva l'incarico di presidente di Municipio: «È proprio per salvaguardare le piante - spiega, in sostanza, Bernini - che abbiamo messo i dissuasori, per evitare cioè che le autovetture, appoggiandosi per posteggiare, danneggino gli arbusti appena sistemati». Risposta convincente e di stampo «ambientalista».

E allora dai, vicesindaco Bernini: ci faccia il piacere di sistemare anche l'aiuola della foto! Non si pretende un giardino botanico, con oleandri e baobab di celentaniana memoria, ma solo un prato verde e qualche mazzolin di fiori. Magari anche sponsorizzato da un'azienda di buona volontà.

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