L'avaria della Jolly Nero come nodo principale dell'inchiesta, d'accordo. Ma i magistrati potrebbero non accontentarsi di verificare cosa sia successo nella maledetta notte del cambio turno tra martedì e mercoledì. Potrebbero decidere anche di far luce anche sulla struttura del porto di Genova. Sulla sicurezza, a prescindere dal caso specifico. Perché se non fosse stata la Jolly Nero a travolgere la torre piloti, un domani un identico incidente sarebbe potuto accadere con un'altra nave. Il problema di fondo resta: può un'avaria, o anche un errore umano, provocare tutto ciò che è accaduto?
E allora l'attenzione si sposta inevitabilmente sulla palazzina della morte. Soprattutto alla luce del danno davvero risibile che si può riscontrare sulla poppa della nave che ha fatto crollare tutto. Sulla parte posteriore della murata della Jolly Nero, poco più che qualche graffio. A Molo Giano, qualche briciola di cemento. Le immagini sono chiare e meritano approfondimento. Così pure l'incredibile inclinazione assunta dalla banchina dopo l'urto è sorprendente. La facilità e la velocità con cui le strutture sono finite in mare hanno colpito molti di coloro che hanno assistito alla tragedia. Al di là della posizione scelta per la costruzione della torre, resta il problema della «resistenza» ad un urto che comunque deve essere contemplato nell'ordine delle cose possibili in un porto che movimenta 6.600 navi in entrata (e altrettante in uscita) ogni anno. Possibile quindi che la progettazione o l'esecuzione materiale dei lavori possano essere verificate in sede d'inchiesta. L'impatto non ha spezzato il «gambo» della torre, ma lo ha fatto inclinare, segno di un più che probabile cedimento delle fondamenta.
Altro aspetto decisivo che dovrà essere (e sicuramente sarà) vagliato è poi quello relativo al possibile errore umano. I dati dei trasponder, gli strumenti che rilevano le rotte delle navi, sono in grado di ricostruire chiaramente ogni spostamento sia della Jolly Nero, sia dei rimorchiatori che la assistevano in uscita. Il tracciato è stato ad esempio ricostruito anche dall'ingegner Luca Colombo grazie al sito marinetraffic.com su cui si può osservare come hanno manovrato le unità impegnate: sembra abbastanza evidente un ritardo della cosiddetta «evoluzione», cioè la manovra per ruotare la prua e prendere il largo, avvenuta quando in pratica l'impatto con la torre dei piloti era ormai inevitabile. Una ricostruzione compatibile con la registrazione della sala radio che riporta l'allarme di un pilota: «Non c'è più acqua, che fate?». Cioè anche chi controllava la manovra s'è reso conto che la nave è arrivata senza manovrare dove non sarebbe dovuta arrivare.
Poi, eventualmente, c'è tutto l'aspetto dell'avaria da verificare. E per questo nei prossimi giorni verrà sicuramente svolta la perizia. La stessa procura è intenzionata a fare prima possibile ogni accertamento, anche per dissequestrare la nave e consentirle di riprendere il mare.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.