(...) «Ascoltare è sempre molto utile», ha detto a un certo punto il deputato Michele Scandroglio. E in effetti sono stati in molti quelli che hanno ascoltato in silenzio ondeggiando di tanto in tanto il capo un po' per un verso e un po' per l'altro. A partire proprio dai tre parlamentari del Pdl presenti: il senatore Giorgio Bornacin e Roberto Cassinelli che viene da Montecitorio insieme a Scandroglio. Assente, ma con sostituto (Roberto Dotta), Sandro Biasotti. Venerdì sera si è svolto il secondo appuntamento annuale degli Amici del Giornale. Un incontro organizzato dai nostri lettori a Savignone nella splendida cornice di Palazzo Fieschi accolti dalla padrona di casa Simonetta Caprile. Un successo di presenze che ha visto lievitare il numero di partecipanti, nonostante il clima politico ed economico profondamente diverso dall'anno passato che aveva visto già 85 sedie occupate. Un rendez-vous che si è aperto col ricordo di una protagonista dello scorso anno, la giovane Alessandra Aonzo scomparsa da pochi mesi. Mentre subito dopo Nicolò Genovese ha invitato a non dimenticare i due fucilieri del reggimento San Marco «detenuti ingiustamente in India da 7 mesi». Ma l'appuntamento di Savignone si è confermato soprattutto come luogo di confronto politico non solo tra le diverse anime del centrodestra, ma soprattutto come dialogo vero e schietto capace di mettere a confronto chi la politica la vive da posizioni diverse. Insomma, chi vive a Roma il dilemma del «Monti o non Monti», e chi combatte quotidianamente coi problemi del territorio come l'ex consigliere comunale di Ronco Scrivia, Gian Piero Traverso, impegnato a riproporre i problemi locali che «nella Valle Scrivia si chiamano soprattutto viabilità».C'erano i consiglieri regionali Matteo Rosso (Pdl) e Aldo Siri (Liguria Moderata). Il responsabile alla sicurezza del Pdl, Gianni Plinio e una lunga lista di nomi del centrodestra che si sono occupati del territorio nel presente o nel passato ciclo amministrativo. Come Beppe Costa, Fabio Orengo, Enrico Cimaschi, Massimo Alfieri, Roberta Bergamaschi, Vincenzo Falcone. O ancora Andrea Cambiaso, una delle anime di Liguria Moderata, a poca distanza da Gianluca Fois del Pdl in compagnia della moglie Tiziana Notarnicola. C'era il sindaco di Savignone Antonio Bigotti insieme all'assessore all'Ambiente Francesco Medica. La consigliera del municipio Bassa Valbisagno Loredana Scarfogliero, il consigliere comunale di Genova Stefano Balleari e quelli di Sant'Olcese e Arenzano: Patrizia Altobelli e Giacomo Robello. Ma una delle anime della serata era formata soprattutto da quegli «Amici del Giornale» provenienti dalla società civile. Come lo storico Pierluigi Gardella, l'ex corridore professionista di ciclismo Marco Fertonani, gli imprenditori Marco Percivale e Alberto Clavarino, il noto sismologo Claudio Eva, Laura Pesce o l'insegnante Bianca Maria Bova. Insieme a tanti altri «Amici del Giornale» (non li citiamo tutti e ce ne scusiamo) che hanno partecipato silenziosi e attenti. Anche se sono stati loro, in fondo, a tirare le somme alla fine dell'incontro, a sipario oramai abbassato. Come nel caso della pasionaria Manuela Carena che non le manda certo a dire e sintetizza in poche parole: «ci sono ancora troppi politici nel Pdl che pensano alla loro poltrona. Ma di questo passo e senza un vero rinnovamento il partito va allo sfascio definitivo». Perché il momento è difficile e nessuno se lo nasconde. Un clima a tratti da 8 settembre. «Meno male che oggi è solo il 7 settembre», sdrammatizza il caporedattore dell'edizione genovese del Giornale, Massimiliano Lusana, che prova a disegnare il percorso della serata: «L'incontro di questa sera non deve essere uno sfogatoio per dire che va tutto male». Invito raccolto al volo dall'ex consigliere comunale di Genova, Beppe Costa: «Gli elettori non comprendono la litigiosità tra le diverse componenti del partito, ne esce stizzito. Per superare questo momento è necessario elaborare un progetto concreto capace di ricomporre le diverse culture che fanno riferimento al centrodestra». Una ricetta che sembra abbinarsi perfettamente a quella di Matteo Rosso che di fronte alle divisioni dei mesi scorsi difende la sua linea: «Io i voti li ho presi col simbolo del Pdl e quindi continuerò a combattere all'interno del partito». Un invito indiretto a chi alle comunali di Genova ha fatto scelte diverse. Come Luciano Ardoino, autore del blog «tutto sbagliato», che ha compilato la parte di programma di Enrico Musso relativa al turismo, alle ultime comunali di Genova. O ancora Massimo Alfieri che ha auspicato un ritorno allo spirito degli Stati Generali del Pdl che si sono svolti nel 2009 a Varazze. Perché il problema, spiega Mario Lauro, è recuperare almeno una parte di quel 37,4 per cento che il Pdl aveva conquistato alla Camera nel 2008. Numeri che sembrano ben distanti dalla realtà attuale. «E da un partito che non riesce a raccogliere il consenso delle nuove generazioni», prende la parola il giovanissimo Federico Tilli (Liguria Moderata), candidato alle ultime comunali e neo diplomato al Liceo Artistico «dove il centrodestra è completamente assente tra le formazioni studentesche». Ma a volte l'ottimismo arriva da chi meno te lo aspetti. E venerdì il più ottimista è stato nientedimeno che Giovanni Battista Raggi, tesoriere regionale del Partito Democratico (e assessore al Bilancio di Santa Margherita), secondo cui «i voti che ha perso il Pdl non sono andati al centrosinistra ma a formazioni alternative che non possono sostituire i partiti tradizionali o si sono trasformati in astensione pronte a ritornare nell'area del centrodestra».
Tanto più che «all'inizio non ha importanza quanti candidati verranno eletti - è certa Simonetta Caprile - perché la cosa più importante in questo momento è che chiunque venga candidato sappia convincere le persone come me ad andare a votare, altrimenti è tutto inutile. E per riuscirci è necessario che chi in questi anni ha fatto cose poco chiare se ne vada».
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