(...) in pericolo l'incolumità delle persone o che possa solo far immaginare un rischio di esondazione di qualche torrente. Tanto per capirsi, questa volta non c'era una partita da giocare da sospendere come nel caso di Sampdoria-Inter del 17 marzo scorso. Di conseguenza c'è stata anche una minore attenzione mediatica alla questione. Nonostante questo, i genitori dei bambini che frequentano cinque istituti scolastici della zona del Fereggiano e di Marassi si sono ritrovati da un giorno all'altro a dover risolvere il problema di avere i figli a casa perché l'ordinanza del sindaco ha tenuto ancora una volta chiuse le aule.
Anzi, le autorità hanno avuto persino molta fortuna quest'anno, visto che in molte occasioni le dichiarazioni di stato d'allerta sono coincise con le domeniche o con giorni di ordinaria chiusura delle scuole. Ma visto che è impensabile sperare che ad ogni stagione i nuvoloni guardino il calendario prima di mettere paura a chi fa le previsioni meteo, il rischio concreto di far saltare ogni anno tanti giorni di scuola inizia a essere un problema serio. Quest'anno si era partiti il 26 ottobre 2012, peraltro con un grave errore da parte della protezione civile, che aveva diramato l'allerta 1 e che solo quando il levante ligure (in particolare il Tigullio orientale e lo Spezzino) erano già finiti sott'acqua con torrenti straripati ovunque era passata al livello 2, contemporaneamente alla diminuzione delle piogge. Cinque giorni dopo, ancora allerta 1. Il 10 novembre, addirittura allerta 2 e a Genova tutte le scuole chiuse dagli asili alle università. Il 28 novembre nuovo allarme per pioggia, poi è iniziata la paura della neve, con quattro dichiarazioni di stato di allerta tra gennaio e febbraio, di cui una innalzata a livello 2. Scuole chiuse a Marassi, ancora per pioggia, il 18 marzo. Sembrava finita, invece a metà maggio, il nuovo «al-lupo1» su Genova che ha lasciato a casa ieri mattina i ragazzi del complesso «Maria Ausiliatrice» (liceo, medie, elementari, infanzia), del «Papa Giovanni XXIII» e della «Galileo Ferraris», della «Cantore-Lomellini», della «Govi» e del nido privato «I Marmocchi».
Il Comune, ovviamente, se la cava dicendo che c'è un'ordinanza che impone la chiusura di questi istituti in caso di allerta 1. Vero, come però altrettanto vero è che il sindaco Marco Doria si era impegnato a rivedere questa ordinanza, per evitare di far scattare provvedimenti automatici in considerazione di un rischio che i fatti dimostrano annunciato con troppa frequenza e che non è mai corrisposto a situazioni di reale pericolo nei fatti. Al di là delle parole, non sono mai giunti atti concreti in questo senso.
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