«Il mio concerto tra musica e poesia»

L'emozione di suonare per 120 milioni di spettatori, all'Eurovision Song Contest, portando un brano jazz che ha ottenuto il premio della critica, lui la sente ancora sulla pelle. Ma Raphael Gualazzi l'anima la mette in tutti i concerti perché il suo obiettivo è «abbracciare la musica a 360 gradi, come autore, produttore, compositore, pianista, interprete». E il musicista trentaduenne di Urbino la musica l'ha respirata fin da bambino, in casa: figlio di Velio Gualazzi, fondatore con Ivan Graziani degli «Anonima Sound».
«Certo la musica in casa c'è sempre stata, ho ascoltato un po' di tutto, dal jazz alla musica classica e progressiva, e anche latina con Segovia».
Diplomato in pianoforte al Conservatorio Rossini di Pesaro, dove è stato avviato all'apprendimento degli autori classici, ha esplorato generi jazz, blues e fusion. E dice che l'ispirazione può arrivare anche dalla poesia.
«C'è tanto da conoscere e da andare in profondità nel linguaggio poetico, c'è tanto da imparare. Quello che mi è rimasto dalle letture poetiche passate lo trasmetto tramite i miei testi anche se la conoscenza non finisce mai di essere alimentata e ci sono tante cose, da fare: leggere, ascoltare tanta musica live...».
Un percorso lungo.
«Io non ho fretta, nel mio lavoro metto il cento per cento di me stesso».
Lei è stato stato la rivelazione del Festival di Sanremo 2011: primo posto tra i Giovani e Premio della critica, con un eccezionale secondo posto all'Eurovision Song Contest a Düsseldorf, il festival della musica europea.
«Sanremo mi ha dato una grande esposizione mediatica dopo una lunga gavetta. L'esperienza europea è stata fondamentale per farmi conoscere e sdoganare il concetto di jazz e swing. L'Italia all'Eurofestival mancava da 14 anni».
Come sarà il suo concerto genovese, domenica al Carlo Felice?
«Sul palco sarò accompagnato da 9 musicisti, 8 dei quali francesi tra cui 3 coriste, ci saranno anche sorprese».
Lo spettacolo promette di essere dinamico e sfaccettato perché alterna atmosfere suggestive a momenti dall'energia intensa e travolgente. L'album «Happy Mistake» è uscito il 2 aprile in Francia, ma anche in Norvegia, Svezia, Olanda, Belgio, Spagna. L'album precedente era uscito anche in Canada e Giappone, perché quella di Gualazzi è una vocazione fortemente internazionale: oltre al jazz e al blues, fa incursioni nel gospel e nel soul, così come nel country e nel rock, con un omaggio ai classici, da Verdi al felliniano Rota.

E l'appuntamento genovese è da non perdere perché il tour toccherà poi anche alcuni prestigiosi teatri europei, che lo aspettano con ansia. Come il «Café de la Danse» di Parigi, dove Gualazzi ha fatto il tutto esaurito il 28 marzo scorso.

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