Non c'è pace neppure nel Pdl ligure. Dopo le polemiche legate alla stesura delle liste alle elezioni politiche di febbraio, il problema si sposta sul nodo irrisolto della guida del partito a livello regionale. Proprio nel corso dell'ultima riunione del coordinamento regionale, evento più unico che raro, erano esplose le polemiche tra le due principali «anime» della formazione. Da una parte quella che fa capo al coordinatore in carica, Michele Scandroglio e al suo vice Eugenio Minasso, e dall'altra quella che si richiama all'ex ministro Claudio Scajola, peraltro protagonista dell'ascesa politica dello stesso Scandroglio.
Una spaccatura che non è mai stata ricomposta e che torna più che mai d'attualità ora con nuove discussioni e fratture nelle singole realtà locali per la scelta dei candidati alle amministrative. Da Imperia a Sestri Levante, in quasi tutti i Comuni che torneranno al voto ci sono stati forti contrasti tra esponenti della «base» e i dirigenti del partito. Una situazione insostenibile cui ha provato a trovare una soluzione Marco Melgrati, il capogruppo del Pdl in Regione, che ha scritto a Silvio Berlusconi per proporre la nomina di Sandro Biasotti, unico parlamentare ligure in carica, a nuovo coordinatore regionale. «Una figura di compromesso - spiega Melgrati, capace di dialogare con entrambe le correnti. In questo momento è necessario trovare qualcuno che non divida ancor più la base».
Una proposta che al momento non sembra però trovare consensi. Tace il gruppo di Michele Scandroglio, che ovviamente punta a non far cambiare le cose. Ma protestano anche gli esponenti maggiormente vicini a Claudio Scajola. Da Savona, in particolare, si levano critiche all'iniziativa di Melgrati. «Caro Marco - scrive Andrea Valle, coordinatore provinciale savonese al capogruppo in Regione - sono perfettamente d'accordo sull'utilità di avviare il più presto possibile la fase dei congressi comunali. Lo richiedono a gran voce gli iscritti, i militanti, i tanti amministratori del territorio. Permettimi invece di dissentire circa la soluzione per la guida del coordinamento regionale. Non è certo questione personale con l'onorevole Biasotti, e nemmeno questione di appartenenza a questa o quella corrente interna, ma la formula della nomina poiché unico parlamentare ligure rimasto che non mi convince affatto. Peraltro ti ricordo che il partito ligure ha ampiamente dimostrato di non digerire le scelte calate dall'alto».
Vero, come è altrettanto vero che non è Melgrati a chiedere un'imposizione romana, bensì lo stesso statuto del Pdl, che non ascrive alla «base» il compito di scegliere il coordinatore. Valle ricorda «l'esperienza degli Stati Generali del Pdl della Liguria nel dicembre 2008 e del febbraio 2009 quando Scajola radunò a Varazze tutte le anime del partito in una grande assemblea». Ma lo stesso coordinatore provinciale savonese ammette che per statuto non è prevista «la celebrazione di congressi per la scelta dei coordinatori regionali». Però, concludendo la sua lettera aperta, invita tutti «a non sparare nomi nel mucchio, senza dibattito e condivisione interna».
Non sarà forse la sede più appropriata per farlo, ma il dibattito in effetti è già iniziato. E lo stesso Melgrati non tarda a far giungere la propria replica. «Io e Valle non litighiamo, anzi, siamo sulla stessa lunghezza d'onda - prova a gettare acqua sul fuoco il capogruppo del Pdl in Regione -. La mia era una evidente provocazione per smuovere le acque. Comunque, la mia stima per Biasotti rimane alta». Al di là della provocazione, arriva però anche una stoccata al coordinatore savonese, ricordando come proprio in quella zona i dirigenti locali abbiano imposto le loro scelte sulla base, con commissariamenti e decisioni proprie: «Voglio ricordare a Valle che per statuto del partito il coordinatore regionale è scelto dal segretario nazionale - affonda Melgrati -. Nel passato è sempre stato così, e dire che "il partito ligure ha ampiamente dimostrato di non digerire le scelte calate dall'alto" lascia il tempo che trova».
Il nome di Biasotti, comunque, è sul tavolo. La richiesta avanzata direttamente a Silvio Berlusconi pone il problema della Liguria, regione in cui non si può iniziare la rincorsa alla sinistra e al Pd solo sul piano delle spaccature interne al partito.
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