Quella decrescita infelice in cui affonda Genova

Quella decrescita infelice in cui affonda Genova

(...) Anche perchè il lavoro che porterebbero il Terzo Valico è doppio: lavoro per costruirlo (quello contestato dal sindaco) e lavoro dopo la costruzione, quello del rilancio della nostra città. Insomma, anche lasciando perdere i benefici sul Porto, sui traffici e sulla viabilità, le due grandi opere sarebbero ossigeno per Genova anche solo per l'indotto portato sia durante che dopo la costruzione. Una regola fondamentale per il settore delle infrastrutture, per usare un linguaggio doriano, è proprio quella che dice che i benefici sono doppi: durante la costruzione e dopo.
Per vedere la necessità della Gronda basta passare un giorno in autostrada e capire i danni ambientali causati da migliaia e migliaia di macchine in coda per migliaia e migliaia di ore. Persino l'ambientalista più contrario all'asfalto, di fronte a un inquinamento simile causato dalle code, si convertirebbe.
E per il Terzo Valico il discorso è ancor più facile e logico: per quanto riguarda l'alta capacità delle merci, il discorso è intuitivo. A differenza, ad esempio della Torino-Lione su cui alcune obiezioni sono fondate, seppur affondate dai loro supporter violenti. Se Genova entra nel corridoio europeo che porta in Svizzera e verso il Nord Europa, il Porto sarà sempre più la porta d'Europa, facendo risparmiare alle merci in arrivo dal Far East cinque giorni di viaggio all'andata e cinque al ritorno. Se, invece, quei dieci giorni li si passa in banchina perchè non ci sono infrastrutture, tanto vale che le navi in arrivo dalla Cina e dall'India vadano direttamente a Rotterdam.
Ancor più forte il discorso per le persone: essere collegati in un'ora o poco più a Milano (e Torino) - lo stesso tempo necessario oggi per andare da Cogoleto a Bogliasco - significherebbe per Genova la possibilità di diventare una splendida periferia, nel senso bello che la parola sa avere della Lombardia (e del Piemonte) con tutti gli annessi e connessi. Ad esempio, i nostri ragazzi potrebbero studiare o lavorare a Milano, ma senza doversi trasferire. Ad esempio, reciprocamente, molte aziende lombarde potrebbero trasferirsi alle nostre latitudini, con la possibilità di un pendolarismo dolce per i loro dipendenti. Ad esempio, moltissimi lombardi e piemontesi potrebbero trasferirsi in Liguria, scegliendo il clima e il paesaggio naturale più bello del mondo, senza per questo rinunciare al loro lavoro e senza che Genova venga snaturata da insediamenti industriali che rischierebbero di sfregiarla. Ma, anzi, potendo contare sul suo grande valore aggiunto dato dalla Bellezza e dal paesaggio. Ad esempio, ci sarebbe un grande interscambio di cervelli.
E tutto questo non si fermerebbe a Milano, ma si potrebbe estendere anche all'intera Lombardia e alla Svizzera, visto che la Liguria è il mare di tutto il Nord Ovest e anche di una bella fetta d'Europa. Il mare è la nostra ricchezza, ma senza Terzo Valico e Gronda rischia di ridursi a pozza, magari bellissima, ma pur sempre pozza.
E poi ci sono i benefici collaterali. Uno su tutti: il valore dei prezzi di mercato delle nostre case, attività e spazi - che sta calando drasticamente da anni - grazie al Terzo Valico e alla Gronda godrebbe di un effetto moltiplicatore unico. Manna dal cielo, di questi tempi.


Insomma, di fronte a questo scenario, un sindaco dovrebbe fare danze propiziatorie davanti a Tursi per fare arrivare Terzo Valico e Gronda prima possibile. Invece, Doria la butta sul poco lavoro locale per costruirli.
Ma, forse a furia di parlare di decrescita felice, l'unica decrescita reale sarà quella di Genova. Ovviamente, infelice.

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