Gli scoiattoli grigi «cacciati» anche dagli ecologistiLa polemica di Italia Nostra

Lo scoiattolo grigio sarà anche invadente e un po' troppo aggressivo. Ma come dargli torto, soprattutto vedendo tutto quello che si scatena attorno al caso dei parchi di Nervi? Alla fine - c'è da scommetterci - il rappresentante sindacale dei Cip e Ciop americani chiederà che nei confronti della categoria venga adottata la soluzione finale. Una bella gasata a tutti e via. Perché essere considerati degli appestati, reietti della natura, ospiti indesiderati ovunque, non fa piacere. Specie se a fare i razzisti ci si mettono pure quelli che si dicono ambientalisti.
L'ultimo caso di frontiere chiuse agli scoiattoli grigi arriva da Italia Nostra, onlus che combatte per la salvaguardia della natura. Sono proprio gli ecologisti a oltranza che scrivono all'assessore regionale per l'Ambiente e all'Università per impedire che i roditori catturati ai parchi di Nervi non vengano rilasciati sull'isola Palmaria, in modo da non poter più allontanarsi dalla zona e aspettare l'estinzione. Sì, perché già gli scoiattoli saranno costretti a raggiungere la pace dei sensi con un'iniezione che li renderà sterili e costretti a godere solo delle bellezze naturali che li circondano e al massimo del gusto di qualche noce fresca. Ora però quelli che dovrebbero difenderli, tuonano contro la soluzione più indolore: il trasferimento coatto nell'isola della Palmaria dove non rischierebbero di fare i prepotenti con i loro «cugini» scoiattoli rossi ai quali la Regione ha deciso di riservare in via esclusiva i parchi di Nervi.
Italia Nostra «esprime netta contrarietà alla scelta» della Palmaria. Perchè «lo scoiattolo grigio, quandanche sterilizzato e dunque destinato a estinguersi, può rappresentare una notevole minaccia all'ecosistema dell'isola, alla vegetazione, ma soprattutto cibandosi anche di uova e nidiacei, alle specie silvicole nidificanti sull'isola, e al di fuori della macchia, ai rapaci, ai rondoni e ad altre specie rare e protette che ne sono una peculiarità». Cioè in pratica lo scoiattolo grigio dev'essere un incrocio tra Cattivik e Superpippo. Capace di far fuori persino falchi e aquile a suon di omelette di uova fresche. Ma anche talmente ruffiano con la sua «tendenza a interagire con gli umani, cosa simpatica in un parco urbano», da farsi sfamare dai turisti con le opportune scodinzolate e la disponibilità a posare per foto ricordo.
Tutta roba che avrebbe fatto la felicità di Charles Darwin. Altro che sterilizzazione, per la legge più naturale della natura, gli scoiattoli grigi avrebbero il diritto di fare ciò che vogliono, di imporsi su chi gli pare. E invece chi dice di voler difendere la natura mette il naso nel testamento biologico degli scoiattoli. E addirittura pretende di scegliere il lager in cui estirpare quelli grigi, perché il colore del pelo è motivo di discriminazione. D'altra parte gli aggettivi che usano gli eco-animalisti sono tutt'altro che teneri, soprattutto quando scrivono che «si chiede di eliminare l'ipotesi di usare l'isola Palmaria per relegare specie indesiderate, di rispettarne integralmente le peculiarità naturalistiche e i protocolli di tutela.
Non c'è niente da fare.

Agli scoiattoli americani non resta che cercarsi un buon coiffeur e farsi le mêche, sperando che in Liguria non chiedano loro anche l'appartenenza politica per essere sicuri che facciano parte della razza eletta. Che vita da cani. Anzi, da scoiattoli.

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