Se sul crimine Doria nega la realtà

(...) - come ha ben dimostrato ieri, carte, non chiacchiere, alla mano, il nostro Diego Pistacchi - dimostrano che siamo di fronte a dati matematici, non a opinioni sociologiche.
Quindi, la mozione urgente presentata martedì pomeriggio, nel corso del consiglio comunale, dalla capogruppo del Pdl Lilli Lauro e dedicata a «iniziative per la promozione della Cultura e della Legalità nel quartiere di Sampierdarena» è né più, né meno che una fotografia dello stato dell'arte. In particolare, il secondo punto della mozione, protocollata con tutti i crismi del Comune: «Preso atto del riconoscimento della riconducibilità delle problematiche del quartiere di Sampierarena alla forte presenza di immigrati, soprattutto ecuadoriani, con problemi di integrazione attraverso la trasposizione di usanze e metodi di vita inconciliabili con la nostra cultura basata sul rispetto delle regole di una civile convivenza e con il rifiuto di adeguarsi alle abitudini della città che le ospita...».
Vedete, personalmente, io ho molti amici assolutamente perbene originari dell'Ecuador e loro per primi si arrabbiano e si indignano quando vedono una situazione simile, comprendendo di essere le prime vittime dell'identificazione fra ecuadoriano e delinquente. Ma loro per primi non negano che molti loro connazionali ce ne mettono parecchio del loro per favorire questa identificazione.
Invece, Marco Doria no. Il sindaco di Genova - che proprio l'altro giorno ho convintamente elogiato per il suo coraggio nel dire che la continuazione dello sciopero dell'Amt era pretestuosa e che i mezzi erano sicuri, con un coraggio verbale quasi unico, insieme a Franco De Benedictis di Diritti e libertà, nell'arco costituzionale cittadino - evidentemente non ce la fa proprio a fare due cose buone di seguito. E così il primo cittadino non ha trovato di meglio di definire «razzista e irricevibile» la mozione di Lilli Lauro: «È un documento razzista, inaccettabile, che offende i cittadini genovesi, anche quelli nati o provenienti da altri Paesi del mondo. Tutti, sottolineo tutti, possiamo commettere degli errori, ma la mozione Pdl ha un'impronta marcatamente razzista ed è irricevibile sul piano etico».
Concordo pienamente sugli errori che ciascuno di noi, io per primo, possiamo commettere. Ma definire «razzista» ed «eticamente irricevibile» un documento solo perché racconta qualcosa che è sotto gli occhi di tutti, mi sembra - questo sì - eticamente inaccettabile. Soprattutto da parte di un sindaco che, come Marco Doria, fa giustamente della diversità etica una delle sue bandiere.


Non è negando la verità, che si risolvono i problemi.
Non è chiudendo gli occhi, che si vincono le elezioni.
Non è cantandocela e suonandocela, che si vive nel migliore dei mondi possibili.
Anche se Candide-Doria, a volte, pare pensarlo.

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