da Sydney
«Ammetto che lo spettacolo possa in qualche modo offendere i credenti». Così il regista Leigh Rowney replica alle accuse di blasfemia piovutegli addosso dalla lontana Australia, dove sta per andare in scena il suo spettacolo, dal titolo Corpus Christi.
I responsabili della Chiesa anglicana australiana hanno infatti protestato contro la pièce teatrale, prossima a fare il suo debutto in un teatro di Sydney, per i comportamenti attribuiti alla figura di Cristo. Secondo il quotidiano australiano Sydney Morning Herald, a scatenare la furia delle gerarchie ecclesiali il fatto che nellopera Gesù venga presentato come un omosessuale sedotto da Giuda e che celebri un matrimonio gay tra altri due apostoli. Le critiche mosse allo spettacolo, la cui prima in terra australiana è prevista per il prossimo febbraio, in occasione del Martedì grasso gay e lesbico di Sydney, ricalcano peraltro le accuse da cui lautore Terrence McNally fu investito negli Stati Uniti, quando nel 1997 Corpus Christi fu presentato per la prima volta al pubblico. Otto anni fa, lo spettacolo arrivò anche in Italia a Roma. Era il 2000, lanno del Giubileo. Levento scatenò polemiche, tanto che allepoca i consiglieri comunali di An chiesero la sospensione dello show. Ora le polemiche si ripetono: il vescovo anglicano di Sydney, Robert Forsyth, citato dallHerald, ha definito il testo della rappresentazione teatrale «un nonsenso storico». «È deliberatamente offensiva e i loro autori ci scherzano su». Da parte sua il regista, che si definisce cristiano, sottolinea che lintento dello spettacolo non è di provocare ma di aprire un dibattito in seno alla Chiesa sul problema omosessuale.
Quale che sia lintento il testo di Rowney è soltanto lultima delle provocazioni che il cristianesimo ha subìto dal mondo dellarte nellultimo anno. Risale allo scorso Natale la provocazione di Bologna, quando nel presepe allestito nel palazzo del Comune lartista Wolfango Peretti Poggi aveva inserito, fra le 172 statuette, anche un raffigurazione della pornostar deceduta Moana Pozzi.
Di pochi mesi dopo e sempre a Bologna un altro attacco in nome dellarte ai sentimenti religiosi cristiani.
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