Il Getty Museum restituisce all’Italia tre reperti archeologici

Il J. Paul Getty Museum ha riconsegnato all’Italia tre reperti archeologici, fra quelli provenienti da scavi clandestini nella penisola. Lo riferisce in una nota il ministero dei Beni culturali: i tre reperti sono arrivati ieri all’aeroporto di Fiumicino a Roma. I tre manufatti erano esposti fino a poco tempo fa al Getty Museum in California, che li ha riconsegnati spontanemente, consapevole della loro provenienza illecita. Si tratta del Vaso di Asteas, ossia un cratere a calice a figure rosse, opera del pittore greco Asteas risalente al 340 a.C. circa, rinvenuto in Campania con scavi non autorizzati; di una stele funeraria lapidea del VI secolo a.C. sottratta nei pressi della antica colonia greca di Selinunte in Sicilia; e di un candelabro bronzeo a treppiede di origine etrusca trafugato dalla ex collezione Guglielmi di Vulci. Il tre reperti restituiti all’Italia saranno presentati oggi alla stampa al comando Tutela patrimonio culturale dell’Arma dei carabinieri a Roma alla presenza del ministro per i Beni e le attività culturali, Rocco Buttiglione, del procuratore capo della Repubblica, Giovanni Ferrara, e del comandante del Comando tutela patrimonio culturale, generale Ugo Zottin. Nel luglio scorso, l’ormai ex-curatrice dei beni archeologici del museo, Marion True, è stata accusata dalla procura di Roma di associazione a delinquere per aver acquisito beni rubati e ricevuto illegalmente reperti archeologici.

La donna si è dimessa dal suo incarico all’inizio del mese scorso e il 16 novembre riprenderà il processo a suo carico in Italia. Il museo ha deciso di restituire per il momento tre dei 42 beni archeologici al centro della disputa legale.

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