GHEDDAFI, DELIRIO IN TV

"Io sono un rivoluzionario. Ho portato il Paese alla vittoria e se ne è potuto godere per generazioni", ha detto il leader libico in un discorso alla tv di Stato. "Se fossi stato un presidente vi avrei già offerto le dimissioni. Ma voi state per affrontare il leader di una rivoluzione in una roccaforte. Io ho il mio fucile. E chi mi ama vada ad attaccare questi rivoltosi. Evitate che i vostri figli cadano vanamente". Frattini: "Razzi? Pura falsità" Intanto proseguono i bombardamenti sulla folla, mille morti a Tripoli. Per l'Italia è allarme profughi. SEGUI LA DIRETTA TV

GHEDDAFI, DELIRIO IN TV

Tripoli - Torna a mostrarsi in tv il leader libico Muammar Gheddafi. Quando si accendono le telecamere il rais appare impaurito. Inizia a parlare a stento. Dalla sua bocca escono solo monosillabi. Dopo un minuto - un minuto e mezzo - si scioglie e riacquista sicurezza. Il rais promette di restare in Libia fino alla fine dei suoi giorni. "Sono il leader della rivoluzione, non un presidente che si dimette - ha avvertito - morirò qui come un martire". Poi la minaccia, durissima, ai rivoltosi: "Non abbiamo ancora utilizzato la forza ma lo faremo, se necessario".

Orgoglio nazionalista Poi prosegue sempre più convinto di sé, cercando di risollevare l'orgoglio nazionalista: "Vogliono rovinare la vostra immagine nel mondo. "La vostra immagine è distorta nei mass media arabi per umiliarvi". A un certo punto le immagini si allargano, mostrando un palazzo gravemente colpito dagli ordigni. Gheddafi ha scelto un luogo altamente simbolico per il suo discorso alla nazione: ha infatti parlato tra le rovine del palazzo presidenziali bombardato dagli Stati Uniti nel 1986, un edificio completamente sventrato trasformato in una specie di museo chiamato "la Casa della resistenza".

Libia protagonista nel mondo "Vi saluto o coraggiosi, vi saluto popolo della vittoria e delle sfide - ha affermato - siete la generazione del domani e delle sfide, date al mondo la vera immagine del popolo libico. Voi presentate al mondo la verità contro la viltà e il tradimento. Fate vedere la vostra immagine al mondo, in modo che tutti, libici compresi, vedano che la Libia non vuole la provocazione e la divisione. La Libia vuole essere protagonista nel mondo, tutti i continenti devono guardare alla Libia e al suo onore, ora quando si dice Libia nel mondo tutti sanno che la parola corrisponde a Gheddafi e alla rivoluzione. Tutti i capi di stato africani e del mondo guardano con rispetto al nostro paese, a Tripoli e a Bengasi".  

Abbiamo vinto contro Usa, Gb e Italia "Abbiamo sfidato l’America con tutta la sua potenza, la Gran Bretagna. Abbiamo sfidato grandi nazioni nucleari e abbiamo vinto. Ora non possiamo abbassare la testa. Anche l’Italia, allora grande impero, fu sconfitta in Libia".

Manifestanti? Drogati pagati dall'estero "Un minuscolo gruppo giovani drogati ha attaccato le sedi della polizia e dell’esercito. Sono ratti pagati dai servizi segreti stranieri". Il rais aggiunge poi che gli insorti sono "una vergogna per le loro famiglie e le loro tribù".

Potere e petrolio nelle mani del popolo Un passaggio del suo discorso il colonnello lo dedica all'economia. Ancora una volta cercando di rinverdire lo spirito della rivoluzione del 1969: "In territorio libico c’erano cinque basi americane. Dove eravate voi? E i vostri padri? Ci sono voluti tanti anni per costruire questo orgoglio. Noi non abbiamo mai desiderato incarichi o potere. Lo abbiamo lasciato al popolo, a tutti i libici. Negli ospedali, negli uffici, nei campi, abbiamo lasciato gestire tutto dal popolo nel 1977. I comitati rivoluzionari sono espressione del popolo. Anche il petrolio lo abbiamo lasciato al popolo e il popolo ha voluto che venisse amministrato dallo Stato".

Se serve useremo la forza Il rais ha promesso di continuare a usare il pugno di ferro per sedare la rivolta: "Useremo la forza in conformità alle leggi internazionali e alle norme internazionali. Se fossi stato un presidente vi avrei già offerto le dimissioni. Ma voi state per affrontare il leader di una rivoluzione in una roccaforte. Io ho il mio fucile. E chi mi ama vada ad attaccare questi rivoltosi. Evitate che i vostri figli cadano vanamente".

Autonomie regionali Il leader libico ha affermato di accettare "la proposta di concedere autonomie regionali". Parlando alla nazione ha affermato che la soluzione alla crisi in atto nel paese nordafricano è la formazione di comuni e amministrazioni autonomi. "Vi invito a farlo, come ha proposto Seifulislam Gheddafi", ha detto Il leader libico, ribadendo che combatterà "i nemici fino alla fine".

Accuse a Italia e Usa Gheddafi ha accusato Stati Uniti e Italia di avere "distribuito ai ragazzi a Bengasi" razzi

rpg. All'accusa risponde il ministro degli Esteri, Franco Frattini che dice: "E' una purissima falsità che ci lascia sgomenti e sbigottit. Tra l’altro razzi non ne abbiamo mai dati alla Libia. Razzi italiani non ci sono".

 

 

 

 

 

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