Piero Pizzillo
Per mesi, mentre le indagini proseguivano, è stato scritto: omicidio o suicidio? Adesso è certo: sta per essere archiviata come suicidio la morte dellantiquario Bernard Canevelli, di 46 anni, trovato cadavere la mattina del 28 marzo del 2004, in una vecchia casamatta costruita dai tedeschi a monte Moro. Il pubblico ministero Biagio Mazzeo, che non ha lasciato nulla di intentato pur di far luce sul tragico episodio e dare una soluzione a un giallo che ha diviso lopinione pubblica, è ormai giunto a questa conclusione dopo aver letto la perizia (depositata ieri in cancelleria) del professor Carlo Torre, esperto di livello internazionale, in particolare per le ferite di arma da taglio (si è occupato, tra laltro, del delitto di Cogne, di Carlo Giuliani, ucciso in piazza Alimonda e, sempre in tema di G8, delle coltellate riscontrate su giubbotto di un poliziotto in relazione ai fatti della Diaz). Il cattedratico torinese non ha dubbi sul suicidio, soprattutto per lassoluta mancanza di lesioni provocate dal tentativo di difesa, che invece vi sarebbero state in caso di omicidio. La perizia Torre concorda sostanzialmente con quella eseguita dal medico legale Marco Canepa, consulente del pm. Pertanto, sulla base degli elaborati dei due periti il sostituto procuratore si accinge a chiedere al gip larchiviazione dellinchiesta.
Unistruttoria travagliata a partire dal ritrovamento del cadavere, quando Canepa, dopo un sommario esame disse ai cronisti: è un suicidio. Per poi modificare, al termine dellautopsia la precedente dichiarazione ed esprimere qualche perplessità che avrebbe potuto far pensare allalternativa dellomicidio. Come, a esempio, quella riguardante la diversità dei tre «tramiti», cioè la differenza tra due colpi che hanno raggiunto laddome, e il terzo,(diverso) a livello del cuore. Un suicidio anomalo, lo definì Canepa. Il pm aprì subito un fascicolo «per un fatto non costituente motivo di reato (cioè suicidio), per poi modificarlo in «omicidio a carico di ignoti», dopo aver ricevuto una relazione di un ispettore di polizia dellufficio generale prevenzione, in cui si manifestavano dubbi sulle cause della morte. Il pm fece eseguire tutte le verifiche possibili sui tabulati telefonici, fece ricercare la carta Sim del cellulare di Canevelli buttata via (da chi?), e non più ritrovata, ordinò altri accertamenti, che non portarono elementi a favore della tesi dellomicidio (fortemente contrastata dalla dirigente della sezione omicidi della squadra mobile, Alessandra Bucci), mentre viene depositata la perizia tossicologica eseguita dal chimico Severino Lorenzelli, in cui si dice che non sono state trovate tracce di benzodiazepine nel sangue (è una sostanza presente nel Valium) ma solo nelle urine.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.