Franco Ordine
nostro inviato a Minsk
Da Glasgow a Minsk, Bielorussia, nella speranza che cambi quasi tutto nel discusso destino dellItalia di Lippi, lanciata verso il mondiale di Germania a passo da lumaca. A cominciare dal risultato dopo l1-1 affatto entusiasmante di sabato, per passare poi attraverso lesibizione della Nazionale, sottoposta a censure feroci dai media e invece assolta a pieni voti da Lippi, per finire sulle rive agitate dei rapporti diplomatici con i giornalisti. Su questo fronte, ancora aperto, nessun timore. Il Ct si ritaglia persino una battuta colma di autoironia. «Ho spiegato ai ragazzi che senza il mio screzio con loperatore, sarebbe passato tutto sotto silenzio. Lo garantisco, mi è già passato il malumore. E poi io mi esalto nelle baruffe, è la mia situazione ideale, do il meglio di me stesso», segnala Lippi col volto disteso e la sincera volontà di chiarire anche il più piccolo degli equivoci. Solo sulla difesa inattesa da parte di Vittorio Sgarbi, cede al temperamento toscano e allora parte spiritoso in quarta: «Mi sta simpaticissimo Sgarbi, se ci giudica lui vuol dire che siamo unopera darte. Tranquillizzo tutti: tra i miei compiti cè anche quello di parlare coi giornalisti e io faccio con entusiasmo il mio lavoro». Benissimo, capitolo chiuso. E al prossimo duello rusticano.
La prima notizia è un piccolo sgambetto della sorte. Da Glasgow a Minsk, lItalia di Lippi viaggia senza Del Piero a bordo. È il terzo azzurro che si ritira in anticipo, dopo Zambrotta e De Rossi rimpatriati perché sotto squalifica. Colpa di una malefica fitta alladduttore destro, arrivata proprio nel bel mezzo dellultimo allenamento celebrato a Motherwell. Inutile anche il tentativo di un recupero impossibile. «Sapevo di dover giocare: non me ne va bene una», sbotta alla fine deluso Alessandro. Peccato. Si comporta come un principino, mai una parola fuori posto, mai un altezzoso isolamento e invece di meritarsi una presenza, ecco lo sgambetto di un fisico che continua a dare piccoli segnali di cedimento. «Mi dispiace, stava bene» è la chiosa asciutta di Lippi costretto a quel punto a rivedere una parte dei suoi piani. I cambiamenti decisi sono e restano quattro, ricambi fisiologici dopo aver recuperato preziose energie. Due per necessità (Grosso e Camoranesi al posto di Zambrotta e De Rossi), due per scelta (Toni e Gilardino prendono il posto di Vieri e Iaquinta schierati a Hampden). Di qui la conclusione scontata: il ct non ha alcuna voglia di modificare il disegno tattico della Nazionale, tridente confermato con limpiego di Totti, e difesa schierata a quattro, senza grandi scossoni nonostante il piccolo incidente toccato a Nesta (trauma distorsivo al polso destro, medicato allistante con un bendaggio rigido).
La Bielorussia non è la Scozia, nonostante la brillante partenza un anno fa di questi tempi e la prova orgogliosa a Parma (4-3 finale dopo un comodo 2 a 0 e uno scoppiettante 4 a 1 parziale). «Pensavo facesse più strada» confessa lo stesso Lippi prima di prender atto della sua resa nel girone che può rendere meno complicata la pratica di stasera (si gioca alle ore 19 italiane). A tre turni appena dal gong, non è il caso di attardarsi, di perdere insomma altri punti per strada. «Dobbiamo conquistarne sette per essere matematicamente promossi» segnala Marcello e per questo punta secco su una nuova coppia del gol, Gilardino, proprio lui, il ragazzo dalle pepite doro, al fianco di Toni che può incarnare una versione riveduta e corretta di Vieri, molto più educato, molto più mobile e anche molto più levigato. Fondamentali restano le due fonti di gioco, Pirlo nelle retrovie e Totti in avanscoperta, costretti entrambi agli straordinari: Ancelotti e Spalletti, Milan (che gioca sabato col Siena) e Roma, non fanno certo salti di gioia.
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