Giocava con la stufa uno dei tre fratellini morti nel rogo di casa

Vicenza: Nicolas, 6 anni, era rimasto solo in cucina mentre il padre faceva addormentare gli altri bimbi Non ci sono indagati

da Vicenza

Il grido della mamma che ha perso tre figlioletti resta inciso nelle ossa, resta custodito nelle pareti della Valsugana squarciata dal dolore. Erica Gabrielli, 35 anni, l’altra sera era andata fuori con la madre. «Mi raccomando, Johnny - aveva detto premurosa al marito - fai andare a letto presto i bambini». Alle nove e mezza erano a letto tutti, tranne il più grandicello, Nicolas, 6 anni, rimasto da solo in cucina mentre il papà cercava di addormentare i fratellini in quella mansarda foderata di legno. Forse è stato proprio Nicolas, giocando con le palline di carta, a trasformare la stufa in un’arma mortale. Le fiamme, il fuoco, il fumo, in poco tempo quella casetta di San Marino, frazione di San Nazario, a pochi chilometri da Bassano del Grappa (Vicenza) si è trasformata in un inferno. Nicolas, 6 anni, Timoty, 4 e Lucrezia, 3, sono morti, uccisi dal fumo e dal calore.
Ma il giorno dopo la tragedia la speranza si chiama Mattia, il fratellino di 5 anni che i vigili del fuoco di Bassano e Vicenza e i soccorritori del Suem sono riusciti a strappare a quella morte atroce. La mamma e il papà non hanno più voce, non hanno più lacrime. La signora Erica passa il tempo tra il reparto di pediatria dell’ospedale San Bassiano di Bassano del Grappa e la camera iperbarica di Torri di Quartesolo: Mattia soffre ancora dei postumi di una grave intossicazione ma i medici dicono che è fuori pericolo. Secondo il primario di neuropsichiatria infantile, Piergiorgio Miottello, i segni di sofferenza del bambino nascono «su base di intossicazione: è una situazione non grave che va comunque monitorata». Mattia «è cosciente, confuso, risponde ai comandi ma non parla».
Anche il papà dei bambini ha dovuto ricorrere alle cure dei medici per via di un’intossicazione che però è la sua ultima preoccupazione. Avrà per sempre negli occhi le immagini dei piccoli che i vigili del fuoco hanno trascinato fuori da quella casa quando ormai era troppo tardi. Tre corpicini anneriti dal fumo, distesi senza vita poco fuori dalla porta di casa. «Quando li ho visti - racconta un vigile del fuoco - mi sono sentito morire. Siamo arrivati troppo tardi, quando ormai il fuoco e il fumo se li erano portati via. Dannazione...».
A dare l’allarme è stata la badante del bisnonno dei piccoli, che abita lì vicino. Meroslava Cogut, ucraina, ha visto Johnny Facco uscire dalla casa gridando. Anche un vicino, Alessio Cavalli, è entrato in casa per cercare di dare una mano. «Ma non si poteva fare molto - dice tra le lacrime -. Il fuoco e il fumo avevano reso l’aria irrespirabile».
I carabinieri, tutti scossi per quello che hanno visto, più che indagare ieri hanno cercato di aiutare questa famiglia disperata. La procura del Tribunale di Bassano ha aperto un’inchiesta per ricostruire con esattezza la dinamica. Non vi sono iscritti sul registro degli indagati così come non si procede neppure per alcun reato specifico: l'apertura del fascicolo quindi non è altro che un «atto dovuto».
Il capofamiglia distribuisce giornali, non naviga certo nell’oro e quei bambini erano l’unico, ma grande, tesoro che scaldava quella casa disordinata e felice. La madre delle piccole vittime, Erica, con gli occhi cerchiati di rosso, ieri non si è mai allontanata dall’unico sopravvissuto. Si sente in colpa per non essere stata a casa.

«Ma i bambini - ha avuto la forza di dire - si sa come sono: giocano sempre e quando finiscono di giocare vorrebbero ricominciare». E Mattia dovrà trovare la forza per tornare a giocare. Erica e Johnny, genitori distrutti, ora dovranno vivere solo per lui.

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