Igor Principe
L'anno scorso pioveva e faceva freddo. Cosa che non impedì a 15mila persone di radunarsi laddove, fino a non molto tempo fa, si raccoglievano centinaia di vite segnate dal dramma dell'emarginazione e del degrado psichico.
Appunti partigiani - questo il titolo della manifestazione, in programma stasera alle 20 all'ex ospedale psichiatrico Paolo Pini - si ripete anche per il sessantunesimo anniversario. Sempre una trentina i protagonisti, sempre la stessa la formula. Difficile fare previsioni sugli uni e sull'altra: la scaletta viene approntata un paio d'ore prima dell'inizio, non mancano le modifiche dell'ultimo momento e, soprattutto, non mancano gli artisti che si presentano all'improvviso chiedendo di partecipare. Facoltà che viene loro sempre accordata.
Un margine di certezza sui partecipanti, tuttavia, esiste. Sul palco allestito al Paolo Pini risalirà un manipolo di affezionati - Lella Costa, Bebo Storti, Marco Paolini, Giuseppe Baresi, Elio De Capitani, Paolo Rossi - cui si aggiungeranno nuove presenze. Tra queste, nutrita la rappresentanza di chi è chiamato a far ridere: Natalino Balasso, Gioele Dix, Stefano Nosei, David Riondino. «Non faremo una manifestazione chiassosa o urlata - ha detto quest'ultimo -. Lo spirito di questo appuntamento è quello di un'assemblea civile in cui fa musica, si recitano poesia e ci si incontra per celebrare un momento simbolico della nostra storia. Alla base, c'è un'idea che deve essere soltanto felice e serena: quella di vivere liberi da ogni tirannia».
La massima dose di certezza sul programma la offre Elio De Capitani, che con Cristina Crippa proporrà un frammento della trilogia di Einer Müller su Medea. Si tratta di una vera anticipazione di quanto si vedrà sul palco dell'Elfo a maggio. «È lo spettacolo più bello che ho realizzato in 34 anni - commenta il regista -, e portarlo in questa manifestazione è più che appropriato. Si tratta di quel tipo di teatro che allarga gli orizzonti e unisce la politica alla cultura, offrendo uno spunto per ragionare sulla nostra storia e sulle nostre radici: gli Argonauti, la colonizzazione, il primo contatto tra Europa e Oriente. E' un lavoro che parla di ieri e di oggi».
Sul fronte della musica, è assicurata la partecipazione dell'Orchestra Litta, degli Stormy Six, degli Ska-j. C'è poi una particolare attesa nei riguardi di Ferruccio Spinetti e Petra Magoni, anime di un duo decisamente sui generis: lui pizzica e accarezza le corde del contrabbasso creando le basi sonore su cui lei innesta la sua voce, calda e intensa. Insieme rileggono i classici della canzone, creando quella che chiamano «musica nuda», e che non a caso è il titolo dei due dischi (primo e secondo volume) cui devono il loro successo.
Di tutt'altro tenore, invece, l'intervento di Lella Costa. Com'è suo costume, parlerà di temi e problematiche del mondo femminile, partendo questa volta dall'attività del movimento «Usciamo dal silenzio». Si tratta di un gruppo di donne raccoltesi intorno a uno spunto di riflessione, piuttosto critica, lanciato dalla giornalista Assunta Sarlo sulla legge 194. Che, è bene ricordarlo, regola una materia delicata quale l'aborto, tema di recente risalito sulla ribalta della stretta attualità.
«È un appuntamento cui cerco di non mancare mai - dichiara l'attrice -: ne amo lo spirito, il fatto di essere un momento di confronto per la città, e anche il nome. È un'occasione importante per custodire la memoria e tramandarla a chi è più giovane, senza drammatizzare alcun aspetto e senza nulla concedere alla retorica».
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