Il giudice del tribunale del lavoro ha dichiarato la «discriminatorietà del comportamento dell'Azienda di Servizi alla Persona Istituti Milanesi Martinitt e Stelline e Pio Albergo Trivulzio» per aver richiesto il requisito della cittadinanza italiana o comunitaria nei bandi indetti per l'assunzione di personale sanitario e amministrativo. Ha dunque ordinato la «cessazione del comportamento e, al fine della rimozione degli effetti, la pubblicazione di nuovi bandi e avvisi, modificanodli la fine di consentire l'accesso a tutti gli stranieri regolarmente soggiornanti», «la riapertura del termine per la presentazione delle domande di ammissione, assegnando un termine non inferiore a quello previsto per i precedenti bandi e avvisi» e «di pubblicare il presente dispositivo sul proprio sito e di affiggerlo nei locali propri aperti al pubblico». La sentenza accoglie il ricorso di due infermiere ecuadoriane di 25 e 28 anni, una delle quali lavora nella struttura dal 2004 con contratti a tempo, che, assistite dall'Associazione studi giuridici sull'immigrazione e da Avvocati per niente onlus, avevano chiesto di accertare e dichiarare il comportamento discriminatorio tenuto dall'azienda lo scorso agosto, quando ha pubblicato i bandi di tre concorsi e indetto tre avvisi pubblici per l'assunzione di personale a tempo determinato e indeterminato, richiedendo come requisito per partecipare la «cittadinanza italiana, fatte salve le equiparazioni stabilite dalle leggi vigenti, o cittadinanza di uno dei Paesi dell'Unione Europea».
I loro legali, Alberto Guariso e Livio Neri, il 2 settembre avevano segnalato «il contrasto dei bandi in questione con diverse disposizioni di legge, invitando la convenuta a modificare gli stessi», si legge nel ricorso, ma «l'Azienda non ha dato riscontro». Di qui l'iniziativa giudiziaria che si è conclusa con la bocciatura del comportamento del Pat.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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