Golpe in Kirghizistan: il presidente è fuggito Il governo si è dimesso

In giornata le truppe hanno aperto il fuoco sulle migliaia di manifestanti dell’opposizione. Il governo si è dimesso e il presidente è fuggito in aereo. Cento i morti, 150 feriti

Golpe in Kirghizistan: 
il presidente è fuggito 
Il governo si è dimesso

Bishkek - Un'escalation di paura. Prima gli socntri in strada, con più di cento vittime, poi il ferimento del ministero dell'Interno e in serata la fuga del presidente e le dimissioni del governo. Un colpo di mano che ha ribaltato gli scenari politici dell'ex repubblica sovietica al confine tra Russia e Cina. E ora, nel palazzo più alto di Bishkek, c'è lei, Roza Otunbayeva, leader dell'opposizione, che ha ufficialmente dichiarato disciolto il Parlamento.

Presidente in fuga, governo dimissionario
Il presidente Kurmanbek Bakiyev, è fuggito da Bishkek a bordo di un piccolo aereo. Lo ha riferito un funzionario dell’aeroporto della capitale del Kirghizistan. L’annuncio è stato fatto da uno dei leader dell’opposizione, Temir Sariev: "Siamo entrati nell’edificio del governo per avere dei colloqui. Il premier Daniar Ussenov ha firmato il documento di dimissioni". "Bakiev ha lasciato la sede del governo diretto verso una destinazione ignota", ha aggiunto Sariev, precisando che il presidente "non si trova più nella capitale". L'opposizione ha creato un nuovo esecutivo guidato da Roza Otunbayeva, ex ministro degli Esteri e protagonista della rivoluzione dei tulipani nel marzo 2005.

Il nuovo ministro della Difesa: esercito con noi Il ministro della difesa del governo a interim del Kirghizistan, insediatosi ieri dopo la fuga del presidente Kurmanbek Bakiev, ha dichiarato che l'esercito e le guardie di frontiera del Paese sono tutte sotto il suo controllo. "L'intero esercito e le guardie di frontiera sono ora sotto il nostro controllo. La forza militare non sarà mai più impiegata per risolvere problemi interni", ha detto il ministro delal difesa a interim, Ismail Isakov.

Cento vittime
Il bilancio degli scontri fra polizia e oppositori nel Kirghizistan si aggrava di ora in ora. Sarebbero più di cento i morti e almeno 150 i feriti dopo che le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco sulla folla di dimostranti a Bishkek. Lo ha riferito un medico del pronto soccorso di un ospedale locale. "Ci sono decine di cadaveri, tutti con ferite da proiettili", ha detto il medico, Akylbek Yeukebayev. Secondo il leader dell'opposizione, Omurbek Tekebaiev, i morti sono un centinaio. Partita contro l’aumento del prezzo del carburante, la protesta ha come obiettivo principale il presidente Kurmanbek Bakiyev, accusato dall’opposizione di gestire il potere in modo autoritario e corrotto. Bakiyev è salito al potere nel 2005, dopo la cosiddetta "rivoluzione dei Tulipani" scoppiata a seguito della protesta contro i brogli nelle elezioni parlamentari.

Gli scontri Secondo alcuni testimoni la polizia avrebbe aperto il fuoco sui manifestanti che questa mattina si erano dati appuntamento di fronte al palazzo presidenziale di Bishkek per chiedere le dimissioni del presidente Kurmanbek Bakiyev. Secondo alcuni media, invece, i cecchini erano stati piazzati sul tetto del palazzo per sparare contro i dimostranti. Erano stati segnalati disordini e saccheggi e ieri si erano tenute le prime manifestazioni di protesta di massa. I media locali in precedenza avevano detto che il ministro era stato preso in ostaggio dai manifestanti che poi l’hanno massacrato di botte. Le truppe hanno aperto il fuoco sulle migliaia di manifestanti dell’opposizione che assediano la sede del governo a Bishkek, capitale della repubblica centroasiatica del Kirghizistan.

Giallo su destino del ministro Nella città di Talas - nel nord ovest del Paese - sarebbe stato ucciso il ministro dell’Interno, Moldomoussa Kongantiev. Nelle stesse ore, la situazione prendeva una piega drammatica anche a Talas. Le notizie sono incerte, anche perché i dimostranti hanno occupato a Bishkek la sede della televisione di stato e hanno preso a trasmettere loro messaggi. Diverse fonti sostengono che i manifestanti avrebbero sequestrato il ministro degli Interni Moldomussa Kongantiev. Secondo il militante d’opposizione Shamil Murat, l’esponente del governo sarebbe stato costretto a dare ordine alla polizia di Bishkek di fermarsi con la repressione, per poi morire per le botte ricevute. La morte del ministro è confermata da altri testimoni e fonti, mentre l’agenzia di stampa Ferghana ha sostenuto che il ministro sarebbe ancora vivo, ma in condizioni critiche. Il governo a Bishkek non è stato in grado di dare conferme. Come non ha potuto confermare il fatto che il primo vicepremier Akylbek Japarov.

Manifestanti coi bastoni L’attivista per i diritti umani Toktoim Umetalieva, che partecipa alle manifestazioni, ha parlato di almeno 17 morti. Manifestanti armati di bastoni e di pietre si sono avvicinati anche alla sede della presidenza. Responsabili del servizio stampa del governo non sono stati in grado di dire dove si trovi ora il presidente Kurmanbek Bakiev. Nella notte una decina dei principali leader dell’opposizione sono stati arrestati, dopo che ieri nella città di Talas, nel nord ovest del paese, c’erano stati gravi disordini.

Aeroporto chiuso L’aeroporto internazionale di Manas rimarrà chiuso a causa dell’aggravarsi della rivolta anti-governativa in corso a Bishek e nel resto del paese. Partita contro l’aumento del prezzo del carburante, la protesta ora ha come obiettivo le dimissioni di Kurmanbek Bakiyev, il presidente, accusato dall’opposizione di gestire il potere in modo autoritario e corrotto, che è salito al potere nel 2005, dopo la cosiddetta rivoluzione dei Tulipani scoppiata in protesta contro brogli nelle elezioni parlamentari.

Indipendente dell’ex Unione Sovietica dal 1991, il Kirghizistan confina con la travagliata provincia cinese dello Xinjiang, dove vive la minoranza islamica degli uiguri, ed ha una popolazione di 5,3 milioni di abitanti in maggioranza musulmani sunniti.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica