Bishkek - Un'escalation di paura. Prima gli socntri in strada, con più di cento vittime, poi il ferimento del ministero dell'Interno e in serata la fuga del presidente e le dimissioni del governo. Un colpo di mano che ha ribaltato gli scenari politici dell'ex repubblica sovietica al confine tra Russia e Cina. E ora, nel palazzo più alto di Bishkek, c'è lei, Roza Otunbayeva, leader dell'opposizione, che ha ufficialmente dichiarato disciolto il Parlamento.
Presidente in fuga, governo dimissionario Il presidente Kurmanbek Bakiyev, è fuggito da Bishkek a bordo di un piccolo aereo.
Lo ha riferito un funzionario dell’aeroporto della capitale del Kirghizistan. L’annuncio è stato fatto da uno dei leader dell’opposizione, Temir Sariev: "Siamo entrati nell’edificio
del governo per avere dei colloqui. Il premier Daniar Ussenov ha firmato il documento di dimissioni". "Bakiev ha lasciato la sede del governo diretto verso una destinazione ignota", ha aggiunto Sariev,
precisando che il presidente "non si trova più nella capitale".
L'opposizione ha creato un nuovo esecutivo guidato da Roza Otunbayeva, ex ministro degli Esteri e
protagonista della rivoluzione dei tulipani nel marzo 2005.
Il nuovo ministro della Difesa: esercito con noi Il ministro della difesa del governo a interim del Kirghizistan, insediatosi ieri dopo la fuga del presidente Kurmanbek Bakiev, ha dichiarato che l'esercito e le guardie di frontiera del Paese sono tutte sotto il suo controllo. "L'intero esercito e le guardie di frontiera sono ora sotto il nostro controllo. La forza militare non sarà mai più impiegata per risolvere problemi interni", ha detto il ministro delal difesa a interim, Ismail Isakov.
Cento vittime Il bilancio degli scontri fra polizia
e oppositori nel Kirghizistan si aggrava di ora in ora. Sarebbero più di cento i morti e almeno 150 i feriti dopo che
le forze dell’ordine hanno aperto il fuoco sulla folla di dimostranti a Bishkek. Lo ha
riferito un medico del pronto soccorso di un ospedale locale. "Ci sono decine di cadaveri, tutti con ferite da proiettili", ha detto il medico, Akylbek
Yeukebayev. Secondo il leader dell'opposizione, Omurbek Tekebaiev, i morti sono un centinaio. Partita contro l’aumento del prezzo del carburante, la protesta ha
come obiettivo principale il presidente Kurmanbek Bakiyev, accusato
dall’opposizione di gestire
il potere in modo autoritario e corrotto. Bakiyev è salito al potere nel
2005, dopo la
cosiddetta "rivoluzione dei Tulipani" scoppiata a seguito della protesta contro i brogli
nelle elezioni
parlamentari.
Gli scontri Secondo alcuni testimoni la polizia avrebbe aperto il fuoco sui manifestanti
che questa mattina si
erano dati appuntamento di fronte al palazzo presidenziale di Bishkek per chiedere
le dimissioni
del presidente Kurmanbek Bakiyev. Secondo alcuni media, invece, i cecchini erano
stati piazzati
sul tetto del palazzo per sparare contro i dimostranti. Erano stati segnalati disordini e saccheggi e ieri si erano tenute le prime
manifestazioni di protesta di massa. I media locali in precedenza avevano detto che il ministro era stato
preso in ostaggio dai manifestanti che poi l’hanno massacrato di botte.
Le truppe hanno aperto il fuoco sulle migliaia di
manifestanti dell’opposizione che assediano la sede del governo a Bishkek, capitale
della repubblica centroasiatica del Kirghizistan.
Giallo su destino del ministro Nella città di Talas - nel nord ovest del Paese - sarebbe stato ucciso il ministro dell’Interno, Moldomoussa Kongantiev. Nelle stesse ore, la situazione prendeva una piega drammatica anche a Talas. Le notizie sono
incerte, anche perché i dimostranti hanno occupato a Bishkek la sede della televisione di stato e
hanno preso a trasmettere loro messaggi. Diverse fonti sostengono che i manifestanti avrebbero
sequestrato il ministro degli Interni Moldomussa Kongantiev. Secondo il militante d’opposizione
Shamil Murat, l’esponente del governo sarebbe stato costretto a dare ordine alla polizia di Bishkek
di fermarsi con la repressione, per poi morire per le botte ricevute. La morte del ministro è
confermata da altri testimoni e fonti, mentre l’agenzia di stampa Ferghana ha sostenuto che il
ministro sarebbe ancora vivo, ma in condizioni critiche. Il governo a Bishkek non è stato in grado di
dare conferme. Come non ha potuto confermare il fatto che il primo vicepremier Akylbek Japarov.
Manifestanti coi bastoni L’attivista per i diritti umani Toktoim Umetalieva, che partecipa alle manifestazioni, ha parlato di almeno 17 morti. Manifestanti armati di bastoni e di pietre si sono avvicinati anche alla sede della presidenza. Responsabili del servizio stampa del governo non sono stati in grado di dire dove si trovi ora il presidente Kurmanbek Bakiev. Nella notte una decina dei principali leader dell’opposizione sono stati arrestati, dopo che ieri nella città di Talas, nel nord ovest del paese, c’erano stati gravi disordini.
Aeroporto chiuso L’aeroporto internazionale di Manas rimarrà chiuso a causa dell’aggravarsi della rivolta anti-governativa in corso a Bishek e nel resto del paese. Partita contro l’aumento del prezzo del carburante, la protesta ora ha come obiettivo le dimissioni di Kurmanbek Bakiyev, il presidente, accusato dall’opposizione di gestire il potere in modo autoritario e corrotto, che è salito al potere nel 2005, dopo la cosiddetta rivoluzione dei Tulipani scoppiata in protesta contro brogli nelle elezioni parlamentari.
Indipendente dell’ex Unione Sovietica dal 1991, il Kirghizistan confina con la travagliata provincia cinese dello Xinjiang, dove vive la minoranza islamica degli uiguri, ed ha una popolazione di 5,3 milioni di abitanti in maggioranza musulmani sunniti.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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