Goran Bregovic: «Solo la musica riesce a mettere tutti d’accordo»

Dopo la Karmen in salsa gitana presentata nel 2004, Bregovic torna a Roma, il 18 aprile al Parco della Musica - Sala Santa Cecilia ore 21 - per presentare il suo nuovo progetto dal lungo titolo Mi perdoni, è questa la strada verso il futuro? Tre lettere a tre profeti. Insieme sul palco saliranno in una fusione inedita la sua tradizionale e storica Weddings and Funerals Band (ovvero la «Matrimoni e Funerali Orchestra», affollata accolita di cantanti e suonatori serbi, macedoni, bulgari e romeni) e l’Absolute Ensemble, orchestra di musica contemporanea diretta da Kristjan Järvi.
Un’alchimia di suoni e realtà musicali diverse. Di che si tratta?
«È la seconda parte di un progetto, Amen, del 2000, quando con il fotografo Oliviero Toscani portammo in giro un’installazione fotografica che io musicavo, ispirata al confronto tra le tre grandi religioni monoteiste - i tre profeti appunto - cristiana, ebraica e musulmana. Queste, sono figlie dello stesso ceppo, ma purtroppo nel corso dei secoli hanno spesso dimenticato la radice comune, privilegiando l’odio all’amore, la diversità alle affinità».
Com’è nata l’idea del concerto?
«In seguito allo storico discorso di Giovanni Paolo II che, durante una celebrazione nell’anno giubilare del 2000, domandò perdono a Dio e agli uomini per i peccati commessi dalla Chiesa cattolica e dai suoi figli. Una richiesta di perdono che mi colpì per la forza della sua umiltà, a maggior ragione perché proveniva dal capo della Chiesa. Da quel progetto a questo, il passo è stato breve e conseguente».
Tre religioni per tre profeti, dunque, che dovrebbero camminare insieme per la pace tra i popoli, è questa dunque «la strada verso il futuro», come dal titolo del tuo progetto?
«La musica è il linguaggio primordiale dell’uomo! Prima della parola, prima delle divisioni geografiche e politiche, esisteva già la musica, che è quindi l’unico mezzo che va oltre, ed è un collante fondamentale per l’incontro e la comunicazione. Il progetto che presenterò a Roma giovedì è un vero e proprio “luogo musicale” che io ho immaginato come una sorta di stazione, di aeroporto. Quei territori d’incontro, insomma, dove ti ritrovi seduto accanto a persone che non hai mai visto e che mai più rivedrai, ma alle quali racconti tutta la tua vita come se fossi seduto dallo psichiatra. Allo stesso modo le due orchestre che fanno musiche apparentemente agli antipodi (una da camera e l’altra folk balcanico) comunicheranno per la prima volta in questa forma di tre lettere».


Dal rock degli esordi alla musica folk, dalla classica a quella da film, fino alla musica sacra, qual è il vero Goran Bregovic?
«E il 21 maggio uscirà su disco anche La Karmen di Bregovic con lieto fine, che è il titolo della mia rilettura della Carmen di Bizet! In realtà, io scrivo musica come mangio: a volte mi nutro di cose più complesse, altre volte mi basta un panino... e una cosa non esclude l’altra: è questo il bello della musica!».

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