Con il Gps alla guida? Più incidenti del cellulare

In Italia il navigatore scala la classifica delle cause dei sinistri, in Inghilterra il 19% di chi guida è distratto dallo schermo. E poi i suggerimenti sbagliati

Con il Gps alla guida?  
Più incidenti del cellulare

In un futuro non troppo lontano, il navigatore satellitare ormai presente sulla maggior parte delle auto sarà in grado di evitare gli incidenti, ma per il momento sta diventando una tra le prime cause che determinano un sinistro. L’avviso è stato lanciato nel 2009 dalla Privilege Insurance, una compagnia di assicurazioni inglese, che ha pubblicato uno studio dal quale emerge che il 19 per cento di chi guida un veicolo è distratto dal Gps quanto e forse ancor più che dal telefono cellulare. Una conferma è arrivata nei giorni scorsi dal rapporto della Polizia Stradale del Veneto, che ha citato i navigatori come fonte di distrazione e come fattore che contribuisce a provocare incidenti stradali. Non ci sono ancora le cifre ufficiali, poiché i dati statistici relativi al 2010 non sono stati pubblicati, tuttavia appare chiaro che la distrazione da navigatore stia rapidamente scalando la classifica delle cause accertate o presunte. Indecisione e scarsa attenzione al volante figurano già al secondo posto nella graduatoria 2009 con un 15,7 per cento, ma è chiaro che contribuscono anche ad altri comportamenti pericolosi, come il mancato rispetto di precedenze e semafori. Stabilire con precisione le responsabilità del dispositivo che ci guida a destinazione non è semplice, ma è evidente che si tratta di un oggetto entrato di prepotenza nella nostra vita. Ne sono stati venduti ben 615mila solo nei primi nove mesi dell’anno scorso, una stagione non particolarmente fortunata, in calo del 9 per cento rispetto a 12 mesi prima. E come tutte le novità necessita di un po’ di rodaggio.
Gli studi effettuati dimostrano che la pericolosità dipende dal fatto che nella maggior parte dei casi il percorso non è programmato prima di mettersi viaggio, ma mentre l’auto è in movimento. Si tende infatti a digitare l’indirizzo approfittando di un tratto rettilineo e senza traffico, dimenticando che per inserire il nome di una città o di una via sono necessari diversi secondi. Tempo che si trasforma inesorabilmente in strada percorsa al buio. Per la precisione, cinque secondi a una velocità di 80 km/h corrispondono a 110 metri, che diventano 180 a 130 km/h. E le occasioni per distrarsi offerte dallo schermo di un Gps non mancano, viste le funzioni sempre più evolute che è in grado di fornire.

Le accuse si sommano a quelle già note, legate a piccoli e grandi difetti nella digitalizzazione delle mappe, che hanno portato a generare incomprensioni portate alla ribalta dalla cronaca. Dai vari casi di automobilisti che hanno imboccato l’autostrada nel senso di marcia contrario, ai turisti scesi dalla scalinata di Trinità dei Monti sotto la guida del loro navigatore di bordo. Fino al polacco finito in un lago al termine di una strada interrotta per lavori. In questo caso la chiusura del tratto era segnalata, ma spesso la fiducia nel sistema elettronico è tale da rendere praticamente invisibili tutti i cartelli.
La guerra alle mappe elettroniche si combatte su vari fronti, anche su quello giudiziario. In Gran Bretagna, per esempio, alcuni piccoli villaggi si sono coalizzati per chiedere la cancellazione delle strade secondarie, troppo spesso interpretate come scorciatoie e di conseguenza sempre più trafficate. Anche da veicoli inadatti a percorrerle. La rivolta è nata dopo l’ennesimo caso di autoarticolato rimasto incastrato nel centro di un piccolo paese, liberato solo dopo due giorni di manovre.

Tutto questo avviene mentre sono allo studio soluzioni sempre più evolute ai fini della sicurezza al volante. In Spagna si sta infatti mettendo a punto il Collision Warning System, sistema di allerta collisioni, in grado di avvertire per tempo se sulla strada che stiamo percorrendo è presente un ostacolo improvviso.

Mentre Pirelli, con il progetto Cyber Tyre, una gomma all’interno della quale è contenuto un microchip in grado di interagire con altri dispositivi elettronici di bordo. Anche dialogare con il Gps e consigliare le andature ideali per la conformazione e per il fondo della strada che si sta percorrendo.

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