C'era tutto il Nord Est del Brasile nel grande concerto che Gilberto Gil, 68 anni, tra i padri fondatori del Tropicalismo, ha regalato sabato sera (al festival Latinoamericando al Forum di Assago. Maranhao, Cearà, Rio grande do norte, Paraiba, Pernambuco, Sergipe, Bahia, Piauì, Alagoas, un omaggio per Gil, nato a Salvador de Bahia, alla sua regione e all'anima musicale che la attraversa. É proprio il Baiao ad aver ispirato anche il suoi ultimo lavoro «Fé na festa» (Universal). «Era tanto tempo che volevo fare un disco dedicato alla musica nordestina, così importante per la mia formazione musicale- racconta - . Il mio grande idolo era Luis Gonzaga, il "re del baiao", una musica ricca e con influenze diverse e forti». Parallelamente Gil ha arricchito anche la sua storica formazione musicale composta dagli ormai inseparabili Arthur Maia e Sergio Cavazzoli, con il violinista francese «diventato brasiliano» Nicolas Krassik e il fisarmonicista Toninho Ferraguti, strumenti fondamentali per questo genere musicale.
Dopo cinque anni dedicati alla politica - Gil è stato ministro della Cultura nel governo Lula dal 2003 al 2008 - è arrivato il momento di rimettersi a comporre. É appena uscito «Fe na festa», e Gil guarda avanti, il prossimo obiettivo è un omaggio al samba: «Da molto tempo penso a un disco dedicato al samba di tutte le epoche».
Durante il concerto frizzante e affollatissimo, il maestro ha alternato pezzi del nuovo lavoro a brani classici del forrò come «Asa branca» di Alceu Valenca e «Baiao de penha» di David Nasser e Guio de Moraes, a suoi storici brani. Incontenibile, visibilemente commosso dal calore dei fans, il padre del tropicalismo ha regalato al pubblico in deliro perle di saggezza. «Ancora due pezzi prima di chiudere» annuncia dal palco. Seguono fischi e urla. «Ma tutte le cose a un certo punto finsicono! - protesta -. Noi siamo stati creati da Dio, entità infinita e immortale, nonostante ciò la mente umana non arriva a cogliere il significato dell'"infinito".
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