Gravi accuse al premier del Kosovo: "Capo mafioso che traffica in organi"

Il rapporto choc del Consiglio d'Europa accusa pesantemente Hashim Thaci, fresco vincitore delle elezioni nel Paese balcanico

Gravi accuse al premier del Kosovo: 
"Capo mafioso che traffica in organi"

Quando organizzava la guerriglia indipendentista fra i monti dell'Albania lo chiamavano "il serpente", per la freddezza e i modi spietati. Oggi che è primo ministro del Kosovo un rapporto del Consiglio d'Europa lo accusa di essere il capo di una potente mafia coinvolta nel traffico di droga, armi e di organi strappati ai prigionieri serbi. Hashim Thaci respinge con sdegno le accuse, ma questa volta lo inchioderebbero testimonianze, rapporti di intelligence e notizie raccolte dall'Fbi. Comprese le relazioni del Sismi, il nostro servizio segreto, che nel 1999, indicava il futuro premier «come uno dei boss criminali più pericolosi dell’Esercito di liberazione del Kosovo».
Per due anni il senatore svizzero Dick Marty ha indagato sul lato più oscuro e terribile della guerra. «Thaci e altri membri del gruppo di Drenica sono indicati, nei rapporti dei servizi segreti (occidentali nda) come i capi di una struttura mafiosa (...) che ha esercitato il violento controllo del traffico di eroina e altri stupefacenti» si legge nel rapporto che verrà presentato oggi a 47 ambasciatori presso il Consiglio d'Europa.
Il ruolo di Thaci, nell'ultimo decennio, viene denunciato dai rapporti delle agenzie antidroga di cinque Paesi diversi. Il gruppo di Drenica era un nocciolo duro dell'Esercito di liberazione del Kosovo, che grazie ai bombardamenti della Nato ha sconfitto i serbi costringendoli a ritirarsi da Pristina. Secondo il rapporto del Consiglio d'Europa, Thaci e i suoi sono responsabili di «omicidi, detenzioni, pestaggi e interrogatori» di prigionieri anche dopo la fine delle ostilità nel 1999. Gli investigatori europei sostengono che almeno 500 persone sono scomparse in Kosovo dopo l'arrivo delle truppe della Nato. Un centinaio erano albanesi accusati di collaborazionismo o rivali di Thaci. Gli altri in gran parte serbi o rom considerati alleati di Belgrado. Solo una quarantina sarebbero sopravvissuti.
Il premier kosovaro, seppure con una flessione nei consensi, ha di nuovo vinto le elezioni di domenica scorsa. L'aspetto più inquietante è che il rapporto accusa la sua struttura mafiosa di essere coinvolta nel traffico di organi. In particolare reni, che sarebbero stati estratti in Albania a prigionieri serbi.
I poveretti erano detenuti in sei località segrete nell'Albania settentrionale, dove l'Esercito di liberazione del Kosovo di Thaci aveva le sue basi. Un ufficiale medico dei guerriglieri, Shaip Muja, avrebbe avuto un «ruolo centrale nel traffico di organi». Muja, fin dalla lotta per l'indipendenza, era un fedelissimo di Thaci. Oggi lavora nell'ufficio del primo ministro come consigliere per la sanità. I prigionieri serbi più adatti venivano sottoposti ad analisi del sangue per la compatibilità e poi spostati a Fushë-Krujë, una città a nord di Tirana, dove era stata approntata una specie di clinica. Secondo dei testimoni citati dal rapporto i disgraziati capivano a cosa andavano incontro e scongiuravano i carcerieri «di non venir tagliati in pezzi». Poco prima dell'espianto venivano uccisi con un colpo di pistola alla testa. Poi «i reni erano segretamente trasportati dall'Albania ad Istanbul». Secondo il rapporto, Muja, il dottor morte uomo di Thaci, era «in affari con Yusuf Sonmenz ai tempi della guerra in Kosovo». Sonmez è un chirurgo turco ricercato dall'Interpol per il suo coinvolgimento nel traffico di organi scoperto due anni fa a Pristina. Proprio ieri si è aperto il processo sulla clinica Medicus di Pristina, dove venivano attirati russi, moldavi, kazachi e turchi disperati e pronti a vendere un rene. Altrettanti pazienti canadesi, tedeschi, polacchi e israeliani pagavano 90mila euro per il trapianto illegale.
«Il governo del Kosovo e il primo ministro utilizzeranno tutti i mezzi necessari, legali e politici, per smontare questa diffamazione», si legge in un comunicato di Pristina.

In visita ufficiale a Mosca, il ministro degli Esteri serbo Vuk Jeremic, riferendosi a Thaci, ha dichiarato: «A proposito del suo coinvolgimento nello spaccio di eroina, nella tratta di esseri umani, nel traffico di organi e del suo ruolo come capo di uno dei clan criminali più organizzati esistenti nei Balcani, non so proprio quale tipo di avvenire possa avere».
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