Grazia Neri continua in Black Archives quattordici reporter e un super archivio

Che la storica agenzia milanese Grazia Neri abbia chiuso è ormai risaputo. A tre mesi dal triste annuncio di Michele Neri (il figlio cinquantenne di Grazia che imbracciò le redini dell'azienda da quando la «signora della fotografia» decise di andare in pensione), un’altra notizia rimbalza di bocca in bocca e di computer in computer: 14 dei fotografi che lavoravano nell’agenzia di via Maroncelli 14 fondata nel lontano 1966, hanno coraggiosamente creduto in una nuova avventura. È così che, sotto la guida di Graziano Arici, i colleghi Fabio Massimo Aceto, Giovanbattista Brambilla, Gerald Bruneau, Basso Cannarsa, Remo Casilli, Leonardo Cendamo, Titti Fabi, Fulvia Farassino, Francesco Garufi, Grazia Ippolito, Daniele La Malfa, Marcello Mencarini e Roberto Ponti si sono riuniti sotto il nuovissimo nome di Black Archives: archivi fotografici italiani. Un patrimonio inestimabile di scatti al quale tutti hanno contribuito raggiungendo già la quota di settecentomila immagini che coprono tutti gli argomenti possibili: politica e arte, ritratti alle celebrità e viaggi, news e fashion, sport e altro ancora, comprese le foto storiche d’archivio. «L’iniziativa verrà presentata a Milano il prossimo 26 novembre - ci anticipa Graziano Arici quasi facendoci una confidenza – e già altri fotografi ci chiedono di far parte del progetto. Cito soltanto Alberto Roveri di Panorama o Mauro Vallinotto photoeditor del quotidiano La Stampa, che ci hanno già offerto collaborazione». Il sito, già visibile, sarà attivo a partire dalla stessa data, ma il loro gruppo creato su Facebook conta già più di mille iscritti tra appassionati, giornalisti e autori. «Non ci sono dubbi – prosegue Graziano Arici – sul fatto che i professionisti che vivono di fotoreportage stiano vivendo momenti terribili in tutto il mondo, ma la crisi in Italia è acuta. Quello che ci ha dato da vivere fino alla fine del secolo scorso, oggi non è più richiesto». Una sconfitta causata dalla concorrenza e dal taglio dei budget della carta stampata? «Un tempo esistevano riviste come Life, Epoca, che spendevano molto denaro per mandare gli autori sul campo e pagare spese di viaggi lunghissimi. Oggi sarebbe impensabile, e anche noi dobbiamo rinnovarci riducendo i costi e riproponendoci». Arici ci racconta poi di una giovane promessa accolta tra le file dei colleghi. «Black Archives intende dare spazio a molti. Il più giovane nostro autore sarà il napoletano Claudio Morelli, ha solo 24 anni e un archivio per ora ridotto, ma ha già lavorato con Internazionale, con l’Espresso, e i suoi lavori sulla camorra sono validi». Quali saranno i criteri di ammissione nell’agenzia? «Ci interessano le nuove idee e occorre avere un bagaglio di qualità e quantità notevoli che arricchisca quello di cui già andiamo fieri. Uno dei nostri intenti è offrire ai giovani un’opportunità di emergere. Cerchiamo di salvare la nostra professionalità e la nostra stessa storia». Arici conclude citando orgoglioso alcuni dei loro punti di forza. «Vantiamo il più ampio archivio di ritratti ai personaggi della letteratura e della cultura, per non parlare dei miei volti dell’arte».

Circa seimila tra pittori, scultori, personaggi della cultura, della musica e dello spettacolo internazionali, da lui ritratti nel corso della lunga carriera. Altre info su www.blackarchives.it, a partire dal 26 novembre.

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