Ngli anni in cui studiava economia sanitaria a Roma, Monica Archibugi, 28 anni appena compiuti, aveva trovato il modo di fare qualche soldo: il classico lavoro da baby sitter a ore. «Solo che le richieste dei genitori continuavano a crescere, io da sola non riuscivo più a starci dietro e ho coinvolto a qualche mia amica», spiega. «Così ho creato una pagina Facebook privata grazie a cui fare circolare più rapidamente le offerte di lavoro che arrivavano». Con il tempo la pagina Facebook è diventata un sito internet e poi un business. Monica si è trovata una socia, Giulia Gazzelloni, 27 anni, (a sinistra nella foto) conosciuta durante un programma di avviamento all'imprenditoria, e oggi le due gestiscono insieme Lecicogne.net, prima piattaforma italiana dedicata all'incontro tra domanda e offerta nel settore del babysitteraggio.
I genitori presentano le proprie richieste a Lecicogne utilizzando un computer o uno smartphone (il sistema funziona anche con un'app). Prima di girare loro le proposte, la società esamina e controlla le referenze delle baby sitter potenziali, poi organizza il primo contatto, offre un'assicurazione che copre l'attività di babysitteraggio, e trattiene due euro l'ora per l'intermediazione. Oltre alla selezione iniziale la società si occupa anche di gestire commenti e recensioni.
Oggi la società ha seimila baby sitter registrate ed è attiva in 83 città italiane.
Numeri che hanno attirato l'interesse di alcune società di venture capital che hanno finanziato fino ad ora l'attività. Il prossimo passo, previsto per il 2017, è l'apertura di una sede all'estero. «Vorremmo esportare il modello di business», spiega Monica. «Stiamo facendo uno studio di marketing per scegliere il Paese più adatto».- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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