Il governo salva banca Carige, storico istituto di Genova, dal fallimento ipotecando un bel po' di soldi pubblici, «nostri miliardi» come urlarono scandalizzati Di Maio e Di Battista - insieme a Salvini - dai banchi dell'opposizione quando Renzi salvò Montepaschi e - in parte - Etruria. Di Maio e Di Battista hanno fatto, probabilmente saggiamente guidati da qualcuno che di economia se ne intende, tipo il ministro Tria, una cosa giusta (come all'epoca la fece Renzi), l'unica possibile per evitare un effetto a catena - il cosiddetto contagio - che avrebbe potuto trascinare nel baratro tutto il sistema, e non mi riferisco soltanto a quello italiano. Lo scandalo non è questo (i soldi delle banche sono nostri, non dei banchieri, e quindi vanno tutelati) ma l'avere insultato e minacciato chi in passato fece la stessa cosa, soprattutto l'avere promesso durante la campagna elettorale in tutte le salse che mai e poi mai un solo euro pubblico sarebbe stato speso in soccorso a banchieri scellerati.
Quello del «a morte le banche» fu uno dei tanti impegni stupidi di questi imbroglioni che per odio, frustrazione e ignoranza, fecero breccia in una larga fetta dell'elettorato. Di Maio e Di Battista hanno fatto credere che in mano loro gli asini avrebbero potuto volare, cioè che le banche potevano tranquillamente fallire, che una delle più grandi acciaierie d'Europa, l'Ilva, poteva essere chiusa in nome di un falso ambientalismo, l'oleodotto pugliese stoppato, sospese le trivellazioni del petrolio, chiusi i cantieri delle grandi opere, bilanci in debito che dell'Europa chi se ne frega, sconfitta la povertà.
Uno dopo l'altro i Cinquestelle si sono dovuti rimangiare tutto, e lo stanno facendo con una faccia di tolla impressionante e conflitti di interesse (Conte e Grillo in qualche modo sono collegati a Carige) non inferiori a quelli contestati al governo Renzi sul caso Boschi-Etruria. Certo è che questo governo sta vivendo sulla sua pelle la legge del contrappasso.
Matteo Salvini, approvando il reddito di cittadinanza, sta per dare il suo via libera a stipendiare oltre duecentomila immigrati e il duo Di Maio-Di Battista, feroci antibanche, stanno salvando con soldi pubblici una banca «amica». Ma purtroppo nel Paese c'è ancora tanta gente che crede che gli «asini volano». Beati loro ma poveri noi.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.