Ci sono 2.716 abitanti a Paternopoli, Irpinia. E quaranta tessere del Partito democratico. L'ultima, la quarantesima, appunto, l'ha firmata e concessa a Beppe Grillo, comunicandoglielo via internet, il segretario della locale sezione, Andrea Forgione. Facendo scoppiare un nuovo putiferio.
Sì, perché la porta aperta con grande slancio al comico sgradito, in questo minuscolo avamposto di periferia lontano mille miglia dai D'Alema e dai Bersani, ha provocato una serie di violentissime correnti d'aria destinate a sollevare altra polvere, nei giorni a venire. «L'iscrizione di Grillo da parte del circolo di Paternopoli è priva di validità», ha subito tuonato Gero Grassi, viceresponsabile nazionale dell'organizzazione del Pd, precisando che «la commissione nazionale di garanzia ha escluso all'unanimità di poter accogliere la richiesta di iscrizione al Partito democratico da parte di Beppe Grillo per aver promosso e sostenuto liste apertamente ostili al nostro partito». Come se non bastasse, Grassi ha ricordato pure che «lo statuto del partito prevede che l'iscrizione avvenga nel proprio Comune di residenza. L'accettazione da parte di qualunque coordinatore di circolo della richiesta di iscrizione di Grillo è quindi da considerarsi un'iniziativa estemporanea palesemente contraria alle norme stabilite».
E con invidiabile celerità è intervenuto anche il segretario regionale Pd della Campania, Tino Iannuzzi: «L'iscrizione al Partito democratico di Beppe Grillo è da considerarsi priva di ogni valore perché la decisione della nostra commissione nazionale produce i suoi effetti sull'intero territorio nazionale». Concetto ribadito dal senatore Stefano Ceccanti per il quale liscrizione del comico «non ha alcuna rilevanza».
Unica voce fuori dal coro, sintomatica comunque di una profonda spaccatura in seno al partito, quella di Mario Adinolfi, candidato alla segreteria: «Alla direzione nazionale del 21 luglio chiederò che venga ammessa l'iscrizione del cittadino Beppe Grillo». In un articolo per il quotidiano Europa Adinolfi esprime solidarietà a Andrea Forgione: «Immediatamente delegittimato dai vertici regionali e nazionali del partito con motivazioni ed energie degne di miglior causa. Forgione ha tutto il mio sostegno, ha dimostrato come si fa».
Dal momento in cui Grillo ha ipotizzato una sua discesa in campo, nel Pd sono stati in molti a chiudersi a riccio per evitare ulteriori deragliamenti da un binario su cui già da tempo si stenta a procedere. «Dobbiamo smetterla di consentire a chiunque passi di insultarci e prenderci a schiaffi perché il Pd è un partito serio» reagisce pubblicamente Enrico Letta, chiudendo una manifestazione a sostegno di Bersani. Sarà. Ma Grillo, ancora una volta, dal suo blog replica e critica duramente: «Chi garantisce il Comitato di garanzia? Chi lo ha nominato? Chi suggerisce le sentenze ai garanti? Al Pd fa paura il mio programma perché è il contrario del loro. Io voglio parlare ai giovani del Pd non ai fossili che sono lì da trent'anni. Se diventassi segretario del Pd manderei via almeno mille persone, quelli che hanno più di due legislature, tutti quelli invischiati in affari loschi a partire da Bassolino. Ai vertici, giovani dai 30 ai 40 anni. Paternopoli è il primo circolo a fare outing, non sarà l'ultimo». E al sito Affaritaliani.
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