Gruppo nazionalista rivendica gli omicidi di Dink e don Santoro

Ankara. Un gruppo ultranazionalista turco, le «Brigate della vendetta turca» (Tit), ha rivendicato sia l'omicidio del giornalista armeno Hrant Dink (nella foto), sia quello del sacerdote cattolico, don Andrea Santoro, con una e-mail inviata al giornale Agos, di cui Dink era direttore. Lo ha rivelato al giornale turco Vatan l'avvocato della famiglia Dink, Fethiye Cetin. L'avvocato ha detto che nella rivendicazione, giunta ad Agos il giorno dopo l'assassinio avvenuto venerdì scorso davanti alla sede dello stesso giornale a Istanbul, il Tit ha minacciato di fare saltare in aria la sede del giornale se non smetterà di definire «un genocidio» i massacri degli armeni avvenuti nel 1915-16. «Ad Ankara, intanto, gli artificieri hanno fatto brillare un pacco lasciato davanti al parlamento turco.

Attaccato all'involucro, che conteneva un timer ma non esplosivo, c'era un biglietto - firmato dal Tit - in cui si chiedeva il rilascio dei due principali accusati per l'omicidio del giornalista di origine armena Hrant Dink: Ogan Samast, l'esecutore materiale, e il suo istigatore Yasin Hayal.

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