In guerra sbarcano i parà. Ma sono dei veri cani

Si lanciano con il paracadute, penetrano in una base di terroristi filmando tutto, muoiono eroicamente sul campo di battaglia e nella loro base gli dedicano un monumento. Stiamo parlando delle reclute a quattro zampe dei corpi speciali più famosi al mondo, come la Delta force americana o le Sas britanniche. Cani da guerra arruolati per missioni impossibili in Irak e Afghanistan.
I parà a quattro zampe si sono fatti immortalare mentre si lanciano in caduta libera, imbragati al loro istruttore, da un aereo che vola a 3000 metri di quota. «I cani non percepiscono la differenza d'altezza. Sono più infastiditi dal rumore di un'automobile, che dal lancio nel vuoto» ha spiegato un istruttore delle forze speciali austriache che partecipa all'esercitazione Cold response. Le teste di cuoio della Nato si addestrano a -30 in Norvegia, ma i cani da guerra sono stati già impiegati in Irak e Afghanistan.
Le Sas britanniche utilizzano reclute a quattro zampe con una telecamera fissata sulla testa, che filma le immagini in diretta durante le missioni di ricognizione. I migliori amici dell'uomo sono dotati anche di un giubbotto in kevlar, che serve soprattutto a salvarli da schegge o coltellate. Quelli anti proiettili sarebbero troppo pesanti. I belgi utilizzano anche degli auricolari nelle orecchie delle bestie per impartire gli ordini a distanza.
Due pastori tedeschi, Scotty e Thor, sono caduti eroicamente in missione in Irak nel 2008. Il primo è stato ucciso in un raid notturno delle Sas mentre si infiltrava in un covo di terroristi nell'area di Bagdad. Sei mesi dopo Thor ha partecipato ad un'altra missione dei corpi speciali britannici che aveva come obiettivo una rete di fabbricatori di trappole esplosive. Il cane ha azzannato la gamba di un terrorista. Gli hanno sparato tre volte e cercato di farlo desistere a colpi di machete, ma il soldato a quattro zampe non ha mollato la presa. A causa delle gravi ferite è stato soppresso. «Thor e Scotty erano sempre al nostro fianco in Irak. Non li dimenticheremo» spiegano alle Sas. Al quartier generale del reggimento d'élite, vicino ad Hereford, un monumento ricorda i due cani da guerra caduti in missione.
Fluffy è il nome di un altro pastore tedesco addestrato dal sergente dei corpi speciali Usa Russel Joyce, fra i monti del Kurdistan: «Gli hanno sparato addosso più che a ogni altro membro della mia squadra» ha raccontato il suo istruttore. Fluffy ha partecipato alle missioni speciali nei dintorni di Kirkuk durante l'invasione dell'Irak. La rigida burocrazia militare non permetteva a Fluffy, arruolato nel Kurdistan, di tornare in patria con il suo istruttore. Il sergente Joyce ha fatto il diavolo a quattro scrivendo al Congresso per ribadire che «Fluffy ha preso parte alla guerra al terrorismo e come ogni soldato americano ha diritto di tornare a casa». Alla fine cane e padrone si sono riuniti a Fort Bragg, la base dei corpi speciali negli Stati Uniti.
La storia più incredibile è capitata a Sabi, una labrador delle teste di cuoio australiane, addestrata per fiutare gli esplosivi. Nel 2008 l'unità di Sabi finisce in un imboscata nella provincia afghana di Uruzgan. Nove uomini rimangono feriti. La bestiola sembra svanita nel nulla. La versione ufficiale vuole che 14 mesi dopo un soldato americano trovi la labrador, che vaga fra i monti. Sabi è stata catturata da mullah Hamdullah un comandante talebano che aveva lanciato l'imboscata e che voleva un riscatto di 10mila dollari.

I corpi speciali australiani avrebbero fatto arrestare il padre del comandante proponendo, senza successo, uno scambio. La situazione si sarebbe sbloccata con l'intervento degli anziani e una manciata di dollari.
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