La battaglia nella Striscia, il pressing Usa e gli appelli Onu: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas

Continua la battaglia nella Striscia e si infiamma il confine con il Libano. Gli Usa inviano un sottomarino e lavorano per le pause umanitarie. L'Onu lancia un appello: "Situazione inaccettabile, serve cessate il fuoco"

La battaglia nella Striscia, il pressing Usa e gli appelli Onu: cos'è successo oggi tra Israele e Hamas
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Alla vigilia del primo mese di guerra, gli israeliani hanno bombardato la Striscia di Gaza nelle ore notturne, uccidendo due comandanti di Hamas. Dall'alba in poi, sono proseguiti gli scontri di terra e, nel pomeriggio, 30 missili sono stati sparati dal Libano. Gli Stato Uniti hanno inviato un sommergibile nucleare e hanno rinnovato i loro sforzi per una pausa umanitaria, chiesta a gran voce anche dall'Onu.

La battaglia a Gaza City e il confine di fuoco con il Libano

Continua l’avanzata delle Idf in una Gaza City completamente circondata e tagliata fuori dal resto della Striscia. Le truppe israeliane hanno conquistato diversi compound utilizzati da Hamas come centri di addestramento, postazioni di osservazioni e siti di lancio per missili. Di quest’ultimi, uno è stato trovato all’interno di un centro ricreativo per attività giovanili, con tanto di 50 razzi pronti ad essere sparati su Israele.

Tensione altissima anche al confine con il Libano. Nel pomeriggio, circa una trentina di missili sono stati lanciati dal sud del Paese dei Cedri verso lo Stato ebraico. Hamas ha rivendicato il lancio di 16 di questi, diretti contro la Galilea. Le Idf hanno risposto bombardando i siti da cui sono stati sparati i vettori.

A causa di questi continui attacchi, l'amministrazione della città settentrionale di Kiryat Shmona ha esortato tutti i residenti rimasti ad andarsene. La stragrande maggioranza dei 20mila residenti ha già lasciato la zona, ma le autorità stimano che vi siano ancora circa 3mila persone.

Gli Stati Uniti tra sforzi diplomatici e presenza militare

Il segretario di Stato americano Blinken, in visita a Baghdad, ha nuovamente rivolto un monito all’Iran, agli Hezbollah e alle milizie loro affiliate: “Era molto importante inviare un messaggio molto chiaro a chiunque potesse cercare di trarre vantaggio dal conflitto a Gaza per minacciare il nostro personale qui o in qualsiasi altra parte della regione: non fatelo”. Non sarebbe da escludere, secondo il New York Times, la possibilità di un intervento diretto degli Stati Uniti nel caso in cui le milizie filo-sciite e Teheran attaccassero Israele.

La presenza militare degli Usa nel Mediterraneo orientale, inoltre, è stata ulteriormente rafforzata dall’invio di un sottomarino nucleare di classe Ohio, la cui area di responsabilità va dall’Africa nord-orientale fino all’Asia centrale e meridionale.

Washington ha comunque portato avanti gli sforzi diplomatici per convincere Israele ad accettare delle brevi pause umanitarie, necessarie ad evacuare i feriti in sicurezza e a far arrivare i camion carichi di aiuti nella Striscia.

Gli appelli dell'Onu: "Situazione orribile"

Le Nazioni Unite si sono di nuovo espresse contro l’assedio della Striscia di Gaza, definendo “orribili” e “inaccettabili” le condizioni a cui sono sottoposti i palestinesi. “Un'intera popolazione è assediata e sotto attacco, privata dell'accesso ai beni essenziali per la sopravvivenza, bombardata nelle proprie case, rifugi, ospedali e luoghi di culto. Questo è inaccettabile”, hanno scritto in una nota congiunta le principali organizzazioni umanitarie dell’Onu.

L’Unrwa, l’agenzia per i rifugiati palestinesi, ha inoltre affermato che dall’inizio della

guerra sono 88 i suoi dipendenti uccisi nella Striscia dai bombardamenti israeliani, “numero più alto di vittime delle Nazioni Unite mai registrato in un singolo conflitto”.

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