"Ora fermatevi...": cosa succede alla centrale nucleare di Zaporizhzhia 

Dieci esplosioni attorno a Zaporizhzhia. L'Aiea invita allo stop dei combattimenti, ma è braccio di ferro con la Russia

"Ora fermatevi...": cosa succede alla centrale nucleare di Zaporizhzhia 

Zaporizhzhia torna al centro della scena nella guerra in Ucraina dopo una serie di esplosioni verificate nei dintorni della più grande centrale nucleare d'Europa. A riportarlo l'account Twitter ufficiale dell'Agenzia Internazionale dell'Energia Atomica (Aiea) che, lo ricordiamo, da diversi mesi controlla l'impianto occupato dai russi e messo sotto l'egida del colosso atomico Rosatom. Gli esperti dell'Aiea riferiscono di aver sentito almeno "una decina" di potenti esplosioni nella zona di Zaporizhzhia tra la notte scorsa e oggi, secondo quanto riferito da un tweet dell'Agenzia.

Si tratterebbe, per l'Aiea, di bombardamenti legati al movimento del fronte, da due mesi soggetto a un'avanzata graduale degli ucraini negli oblast che la Russia ha voluto annettersi unilateralmente il 30 settembre scorso. Tra questi anche Zaporizhzhia, terreno di contesa bellico nelle prime settimane di guerra. "Alcuni edifici, sistemi e attrezzature del sito sono stati danneggiati, ma finora nessuno cruciale per la sicurezza nucleare", aggiungono.

Non è chiaro se i colpi siano provenuti dal campo ucraino o da quello russo. Subito è partito il gioco di accuse incrociate: i media russi accusano Kiev, i canali di informazione ucraina caricano a testa bassa l'ipotesi del false flag russo. "Chi c'è dietro deve fermarsi immediatamente. Come ho detto molte volte, si sta giocando con il fuoco" ha scritto in un comunicato apparso sul sito dell'Aiea il direttore generale, l'ex diplomatico argentino Rafael Grossi.

Vladimir Rogov, membro dell’amministrazione della parte della provincia sotto il controllo russo, il 29 agosto scorso aveva denunciato un bombardamento delle forze ucraine che avrebbe danneggiato il tetto di un edificio della centrale. Il 3 settembre una delegazione dell'Aiea ha visitato l'impianto e il 6 settembre è stato pubblicato un rapporto che documenta i danni e le potenziali minacce alla sicurezza dell'impianto causati dai bombardamenti e dalla presenza di truppe di occupazione nell'impianto che, lo ricordiamo, continua a ospitare personale ucraino sotto supervisione russa.

L'unico dei sei reattori rimasto in operatività non produce più energia da oltre due mesi. L'11 settembre 2022, il reattore finale è stato scollegato dagli impianti di generazione elettrica e l'impianto è entrato in raffreddamento per ridurre al minimo i rischi dell'avvicinamento del teatro guerra causati dai continui bombardamenti. Zaporizhzhia, controllata dal 4 marzo scorso da Mosca, è al centro del timore dell'Europa per una "nuova Chernobyl". “Il conflitto militare sta mettendo le centrali nucleari ucraine e altre strutture con materiale radioattivo in un pericolo senza precedenti”, ha dichiarato Grossi a marzo nel corso di una visita in Ucraina.

Dobbiamo intraprendere un’azione urgente per garantire che possano continuare a operare in sicurezza e ridurre il rischio di un incidente nucleare che potrebbe avere un impatto grave sulla salute e sull’ambiente sia in Ucraina che altrove", ha aggiunto il dirigente brasiliano dell'ente atomico più importante su scala globale: da allora Zaporizhzhia ha continuato a inviare dati all'Aiea, che ha effettuato periodici sopralluoghi, anche durante le fasi più dure del combattimento.

L'azione denunciata da Grossi e dall'Aiea avviene in una fase delicatissima del rapporto tra Mosca e l'agenzia. Il 17 novembre il consiglio dei governatori dell'Agenzia internazionale per l'energia atomica ha adottato una nuova risoluzione che invita la Russia a ritirarsi dalla centrale di Zaporizhzhia e a cessare le sue azioni contro i siti nucleari. Il testo, presentato da Canada e Finlandia, è stato approvato da 24 dei 35 Stati membri del Consiglio. Russia e Cina hanno votato contro. Sette Paesi si sono astenuti (Pakistan, India, Sud Africa, Namibia, Kenya, Vietnam, Arabia Saudita). Lo stesso giorno è stato presentato un rapporto Aiea secondo il quale non vi sono prove che l'Ucraina possa preparare una bomba sporca all'uranio impoverito come denunciato da Mosca. "Se l'Aiea si aspetta che i militari russi lascino obbedientemente la centrale nucleare, si sbagliano di grosso. La risoluzione non può essere realizzata. La centrale nucleare di Zaporizhzhia si trova ora sul territorio della Russia ed è diventata parte del sistema elettrico del nostro Paese", ha scritto sul canale Telegram uno dei "falchi" bellicisti di Mosca, il capo della commissione Affari internazionali della Duma di Stato (Camera bassa del Parlamento russo) Leonid Slutskij.

Il piano dell'Aiea prevede la creazione di una zona di sicurezza il cui consolidamento attorno alla centrale di Zaporizhzhia è difficile anche solo da ipotizzare oggigiorno. Sulla centrale si sommano i problemi causati dall'annessione russa unilaterale, dal movimento del fronte a favore dell'Ucraina e della difficile cooperazione tra Mosca e le agenzie internazionali.

Il problema rischia di diventare strutturale, specie se il clima di collaborazione tra gli occupanti russi e l'Aiea si incrinerà. E ogni azione, di qualunque provenienza, può ora alimentare problemi in tal senso. Anche quando ci si trova a commentare uno scampato (per ora) pericolo come nel caso delle dieci esplosioni delle ultime ore.

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