"Pausa tattica a Gaza". Ma Netanyahu smentisce: cosa c'è dietro l'annuncio di Israele

L'esercito israeliano ha annunciato una "pausa tattica" quotidiana nella sua offensiva nel sud della Striscia di Gaza per consentire la consegna di maggiori quantità di aiuti umanitari. Netanyahu: "Inaccettabile, andiamo avanti"

"Pausa tattica a Gaza". Ma Netanyahu smentisce: cosa c'è dietro l'annuncio di Israele
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Le Forze di difesa israeliane (Idf) hanno annunciato una pausa tattica quotidiana nel sud della Striscia di Gaza, dalle 8 alle 19, ufficialmente per consentire l’arrivo in loco degli aiuti umanitari attraverso il valico di Kerem Shalom. Israele ha spiegato di aver deciso di congelare sua offensiva militare per undici ore al giorno, fino a nuovo ordine, e di aver concordato la misura con le Nazioni Unite e le organizzazioni internazionali. La mossa di Tel Aviv è arrivata all’indomani della morte di 11 soldati israeliani e in concomitanza con l’inizio di un’importante festa religiosa musulmana, Eid Al-Adha. Durante l’intera ricorrenza l’attenzione internazionale sarà maggiormente rivolta alla catastrofica situazione umanitaria a Gaza dopo otto mesi di guerra. Il governo israeliano non ha dunque alcuna intenzione di prestare il fianco ad una campagna mediatica volta ad attaccare la sua missione militare.

Secondo quanto riporta il sito d'informazione israeliano Haaretz, l'ufficio del primo ministro Benjamin Netanyahu ha affermato che, quando il primo ministro ha sentito domenica mattina la notizia di una pausa umanitaria nei combattimenti per 11 ore al giorno, ha detto al suo segretario militare che ciò "era inaccettabile". Dopo che la situazione è stata chiarita, Netanyahu ha chiarito che non vi è alcun cambiamento nella politica dell'Idf e che i combattimenti a Rafah "continueranno come previsto".

Pare, inoltre, che il ministro della Difesa, Yoav Gallant, non sarebbe stato informato in anticipo dei piani né avrebbe approvato la decisione comunicata dalle Idf della "pausa tattica".

La pausa tattica di Israele

Le Idf avevano spiegato che la pausa non doveva essere vista come una "cessazione delle ostilità nel sud della Striscia di Gaza". Al contrario, aveva sottolineato l’esercito, questa decisione avrebbe lo scopo di permettere ai camion degli aiuti di raggiungere il vicino valico di Kerem Shalom, controllato da Israele, principale punto di ingresso per gli aiuti in arrivo, e di viaggiare in sicurezza verso l'autostrada Salah a-Din per consegnare i rifornimenti ad altre parti di Gaza.

L’obiettivo ufficiale della pausa, insomma, coincideva con la volontà di Tel Aviv di aumentare il volume degli aiuti umanitari che entrano a Gaza. Nella nota diffusa dalle Idf si parla di "una pausa tattica locale dell'attività militare per scopi umanitari" che "avrà luogo tutti i giorni dalle 8 alle 19 fino a nuovo avviso lungo la strada che porta dal valico di Kerem Shalom alla strada Salah al-Din e poi più a nord". "Questo è un ulteriore passo avanti negli sforzi di aiuto umanitario condotti dall'Idf dall'inizio della guerra. L'Idf continuerà a sostenere gli sforzi umanitari sul campo", hanno concluso le autorità militari di Israele.

L'annuncio della pausa limitata è seguita ai colloqui con l’Egitto e alle pressioni degli Stati Uniti per aumentare il flusso di aiuti umanitari a Gaza. La decisione è stata però subito criticata dal ministro della Sicurezza nazionale israeliano, Itamar Ben-Gvir. "Chi ha deciso una 'pausa tattica' soprattutto per la consegna degli aiuti umanitari mentre i migliori dei nostri soldati vengono uccisi in battaglia è uno sciocco e un imbecille che non deve restare in carica", ha tuonato. Mentre Netanyahu, come detto, ha smentito l'indiscrezione.

Cosa c’è dietro la decisione di Tel Aviv

Sicuramente Israele ha accettato di introdurre questa finestra temporale quotidiana in seguito alle pressioni diplomatiche di vari attori internazionali e organizzazioni umanitarie. Le ong, non a caso, hanno più volte fatto sapere che gli aiuti che entrano a Gaza attraverso il valico di Kerem Shalom sono molto difficili da trasportare e distribuire alla popolazione che non ha acqua, cibo e medicine, a causa dei bombardamenti e dei combattimenti.

Dal 6 maggio al 6 giugno, le Nazioni Unite hanno ricevuto una media di 68 camion di aiuti al giorno, secondo i dati dell'ufficio umanitario delle Nazioni Unite, noto come OCHA. Questo numero è sceso rispetto ai 168 camion al giorno di aprile e molto al di sotto dei 500 camion al giorno che i gruppi umanitari ritengono necessari. Il flusso di aiuti nel sud di Gaza è diminuito proprio mentre cresceva il bisogno umanitario.

C’è però da considerare anche un aspetto strategico, come del resto strategica è la pausa decisa da Tel Aviv. Da settimane, infatti, i combattenti di Hamas a Gaza hanno cambiato modus operandi, iniziando a colpire i militari israeliani con tattiche diverse dal solito.

Ad esempio minando gli edifici con esplosivi e usando ordigni improvvisati, oppure organizzando attacchi mordi e fuggi con granate e missili anti carro. Le perdite israeliane iniziano ad alimentare una certa preoccupazione. Una pausa strategica può essere utile anche per tamponare una simile emergenza.

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